La terza domenica di settembre, come da tradizione, al mattino la processione si incammina verso il suggestivo santuario rupestre dedicato a Santa Lucia. Dopo la celebrazione della Santa Messa si ritorna in paese. Nel pomeriggio la consueta processione, invece, attraversa le vie del paese.
Santa Lucia nel Cilento
La ricorrenza di Santa Lucia è un appuntamento molto importante per il Cilento. Nonostante la festività cada alle soglie dell’inverno, nel tempo non ha mutato la sua forte vocazione attrattiva sia sotto l’aspetto religioso sia sotto l’aspetto sociale. La popolarità di ‘Lucia’ è certamente dovuta alla credenza condivisa che, nelle sua figura, riconosce la protettrice della vista. Molte comunità ne ricordano la memoria. A Sacco è stata di recente restaurata la cappella di Santa Lucia ed è stata ripristinata l’antica processione. A Laurino, la festività interessa storicamente il ‘rione Fontana’. La ricorrenza è ben sentita anche a Monte Cicerale, a Cannalonga e Santa Lucia (Sessa Cilento). In questi luoghi vi fu istituita addirittura una fiera considerata la valenza cristiana che garantiva la presenza di tanti fedeli provenienti anche dai paesi vicini. E d’obbligo, a questo punto, esaminare la festività che si celebra a Magliano Vetere.
Magliano Vetere
Il territorio di Magliano Vetere è situato tra la valle del fiume Calore, con le sue profonde gole, e la meno sagomata valle dell’Alento. La posizione fu probabilmente scelta per una migliore difesa dalle incursioni. Punto strategico, nei secoli passati il Passo della Preta Perciata garantiva la comunicazione fra la costa e l’interno. Insieme alle frazioni di Capizzo e Magliano Nuovo vanta interessanti pagine di storia. Inoltre, le numerose bellezze paesaggistiche ed architettoniche arricchiscono notevolmente il suo patrimonio culturale. Basti pensare che a poca distanza tra loro sono situati due importanti santuari rupestri: quello di San Mauro a Capizzo e Santa Lucia al capoluogo.
Magliano Vetere: la festa di Santa Lucia
La festività patronale si celebra in due occasioni: a dicembre, memoria liturgica e la terza domenica di settembre. Mentre la prima conserva solo le funzioni religiose, la seconda è ben più ambita, sia per l’abbinamento del programma civile sia perché si raggiunge in pellegrinaggio il suggestivo santuario incastonato nella montagna. Situato alle spalle dell’abitato, è anticipato da un piccolo sentiero, talvolta intagliato nella roccia. Difficile datare la sua origine, di certo molto antico come testimonia l’affresco che rappresenta Santa Lucia, dipinto sul muro di fondo. Due spazi compongono il complesso, in ognuno di loro si trova un altare. È usanza accendere delle candele in occasione della ricorrenza, conferendo al santuario un’immagine ancora più suggestiva.
Santa Lucia e ‘la luce’
Non si hanno riscontri certi sulla leggenda che vuole Santa Lucia martirizzata cavandole gli occhi. Questo episodio è quasi impercettibile nelle narrazioni e anche nella tradizione. E’ più probabile che sia riscontrabile in leggende emerse in tempi relativamente più recenti. L’emblema degli occhi che reca su una coppa, invece, è dovuto alla concezione popolare che, in Santa Lucia, riconosce appunto la protettrice della vista. L’etimologia del nome, infatti, da ‘Lux’/Luce’ conferma l’accostamento. E in effetti da secoli risuona nella convinzione collettiva. Ed è probabilmente l’immensa bellezza del suo corpo e del suo spirito ad aver partorito nel tempo ‘Santa Lucia’ come patrona indiscussa della vista.