Ostigliano, ‘la processione delle lanterne’: un antico rituale che rischia di scomparire dalla memoria (23 giugno 2017)

OSTIGLIANO (PERITO), 19 giugno 2017. Unica nel suo genere, almeno in territorio cilentano, la ‘processione delle lanterne’ rappresenta un suggestivo rituale vissuto in occasione della festività patronale ad Ostigliano.

Fino agli anni ’50 del XX secolo, il rituale è stato seguito in modo ininterrotto senza soluzione di continuità; a partire dagli anni ’60, invece, pur ancora esistente, si riduce probabilmente, alla sola processione della reliquia, mentre negli anni ’70 si muovono gli ultimi cortei processionali che testimoniano l’antico rituale. In seguito, scompare anche la processione di ‘vigilia’ e la festività patronale rimane confinata al 24 giugno. Resiste, invece, la ricorrenza di agosto (il 29), cessata anch’essa negli ultimi anni del scolo scorso. Per molti lustri, dunque, a far data da quegli stessi decenni, la processione delle lanterne è stata completamente abbandonata. Considerando che, oltre al tramando orale, non vi è alcuna bibliografia a riguardo, nel corso degli ultimi anni, ho voluto incanalare l’evento in alcuni miei scritti, al fine di preservarne almeno la memoria.

La processione delle lanterne trae origine da antiche usanze contadine: il nome è dettato dalle 24 lanterne accese che aprivano il corteo. Il numero, simboleggia la data della festività e le ore del giorno, elementi sicuramente riconducibili alla sfera agro-pastorale. Inoltre, la notte di San Giovanni – com’è ben noto – è da sempre contornata dal fascino misterioso che la caratterizza: scende nei giorni in cui il Sole raggiunge la sua massima luminosità, le ore di luce superano le tenebre e, si raccolgono alcune piante come l’iperico, poiché si ritiene che proprio in questa notte raggiungano la loro perfetta maturazione; spesso, alcune di queste erbe, raccolte e riunite in mazzetto, fungevano anche da talismano.

Come anticipato, in paese San Giovanni era portato in processione almeno tre volte all’anno: il 23 e il 24 del mese di giugno e il 29 del mese di agosto; le due occasioni erano ricordate come re le murtedde e re le ffico, ponendo l’attenzione sulle produzioni tipiche del posto, affidando – seppur nell’inconscio – la propria economia al Battista. Il 24, in particolare, la processione si apriva con una croce lignea e argentea bifronte, con immagini del Santo.

Nel giorno di vigilia, al chiaror della luna, i fedeli lasciavano la chiesa e, si formava la processione aperta dalle ’24 lanterne’. Si affidava così, la prosperità del raccolto alle grazie del Santo patrono, compiendo un antico e ben augurale rituale cristiano. Nei prossimi giorni ci occuperemo di altri aspetti legati a San Giovanni nel Cilento, per ora ci auguriamo che le memorie non rimangano confinate tra le dimenticanze…

Pubblicato da Giuseppe Conte

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