Paestum e Velia, dal Sele all’Alento

Il Monte Cilento (odierno Monte della Stella), con le sue propaggini collinari, divide le piane del Sele e dell’Alento. La prima, di ben più ampie dimensioni, è oggi un fertile lembo di terra contornato da colli e da monti: vi si scorgono le sagome di piccoli abitati, mentre tra gli appezzamenti densamente coltivati sono sorte le moderne contrade che caratterizzano il paesaggio di pianura, senza tuttavia soffocare le vetuste mura di Paestum. Il bacino dell’Alento, invece, è racchiuso nella dolce vallata solcata dal celeberrimo Hales, conservando, ai margini, la storia di tanti casali, disposti quasi in fila sui crinali, mentre, poco prima dell’incontro con il mare, ecco riaffiorare i resti della magnifica Velia tra le spiagge delle moderne marine di Ascea e Casal Velino.

Poseidonia-Paistom-Paestum: età greca, età lucana, età romana. A partire dal 560 a.C. l’antica città raggiunge il suo massimo splendore: Poseidonia è ora città ricchissima, grazie alla recessione dell’influenza etrusca e l’acquisizione di nuovo potere. Il patrimonio architettonico si arricchisce della ‘Basilica’, del Tempio di ‘Cerere’ e del maestoso Tempio di ‘Nettuno’. Con l’egemonia dei Lucani diviene Paistom. Un tentativo di ritorno alla dominazione greca si ha con la venuta di Alessandro il Molosso ma il ‘sogno’ dura poco e la città mantiene l’assetto lucano. Era il 273 a.C. quando Roma conquistò Paistom. Il potere romano, tenuto da una colonia di diritto latino, si insediò anche nell’onomastica: nasce Paestum. Ad opera dei romani, furono numerosi gli accorgimenti di arricchimento per la città: tra gli altri, vennero realizzati il Foro e l’anfiteatro. Abbastanza velocemente Paestum subì il processo di cristianizzazione: ospitò anche le spoglie di San Matteo prima di essere trasferite a Capaccio Vecchio e poi a Salerno. La zona andò in decadenza soprattutto per gli agenti ambientali: il vicino fiume Salso (oggi Capodifiume) rese l’area insalubre. Tuttavia, nonostante i forti periodi bui, Paestum restituisce oggi uno dei siti archeologici più importanti e meglio conservati del mondo.

Elea-Velia: da Parmenide a Zenone. L’antica polis, fondata dai focei nel VI secolo a.C., nacque come Hyele e Strabone, storico e geografo, ci dice che divenne Ele e poi Elea. È questa, in breve, l’evoluzione onomastica avuta in epoca greca; meno laboriosa, invece, la realtà romana: nasce Velia, come ci ricorda Cicerone. Le mura, in origine, si limitavano ad ammantare il piccolo promontorio, che si affaccia sul mare, affiancando l’antica foce del fiume Alento e del fiume Palistro. Nel V secolo a.C. si registra una sana prosperità commerciale e, a dar lume alla città, è la nascita di una scuola presocratica: passerà alla storia come Scuola Eleatica, fondata da Parmenide e portata avanti da Zenone (ricordiamo anche la Scuola di medicina). La città, inoltre, era luogo di villeggiatura per importanti personaggi romani, come Cicerone. Visitando l’area archeologica, risaliamo dalla piana alla zona alta, e prima di raggiungere l’assetto medievale con la nota torre, una piccola deviazione conduce a Porta Rosa, ormai simbolo per eccellenza, della splendida città.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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