I giorni della merla, la Candelora e San Biagio

Gli ultimi giorni di gennaio sono considerati dalla tradizione i più freddi dell’anno, quelli che popolarmente vengono riconosciuti come ‘i giorni della merla’. Tuttavia, le miti temperature e le soleggiate giornate che ci hanno accompagnato, lasciano poco spazio alle ‘gelate’ volute dalla tradizione… Jennaro sicco massaro ricco: così si esprime il proverbio ma per costatare la veridicità bisogna aspettare i prossimi raccolti.

E mentre il primo mese dell’anno volge al termine, ci prepariamo ad accogliere febbraio corto e amaro come recita il noto detto. I primi giorni portano due importanti appuntamenti cristiani: sono la candelora e San Biagio. Le due ricorrenze, accomunate dalle ‘candele’, raggiungono l’apice della religiosità, concatenandosi l’una all’altra proprio tramite i ceri. La Candelora (che ricorre il 2 febbraio giorno in cui si ricorda la Presentazione di Gesù al tempio) trae il nome dall’usanza di benedire per l’occasione le candele simbolo della luce e del Cristo. Spesso, è tradizione portare la candela benedetta in Chiesa, a casa propria, per augurio e buon auspicio. Il giorno seguente, invece, si celebra San Biagio Vescovo e Martire, il quale, secondo la leggenda, salvò un fanciullo da morte certa, intervenendo su una lisca di pesce che gli si era impigliata in gola: il miracolo fu compiuto con l’ausilio della sola imposizione delle mani. Per tale motivo è considerato protettore della gola: il prete simbolicamente benedice la gola dei fedeli incrociando due candele. I ceri usati per compiere il rito possono essere quelli benedetti nel giorno precedente, unendo di fatto – e non solo simbolicamente – i due importanti appuntamenti cristiani.

Entrambi i momenti (come vedremo) sono eventi particolarmente significativi per la cultura popolare del Cilento e si riflettono anche nella proverbialità quanno vene la Cannelora ra lu vierno simo fora ma si chiove o mena viendo quaranda juorni re maletiembo

Pubblicato da Giuseppe Conte

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