Cilento, ‘San Giovanni’ e i ‘fichi’

Della vita di San Giovanni, molte informazioni ci arrivano direttamente dai Vangeli. La nascita si ricorda il 24 giugno mentre, in occasione del martirio, la salita al cielo si celebra il 29 agosto.

La festività di San Giovanni ha un profondo legame con la sfera agro-pastorale del Cilento; riti e tradizioni affiorano sia nella solennità di giugno sia nella ricorrenza del martirio. E’ patrono in diverse località che appartengono alla Diocesi di Vallo della Lucania, molte delle quali in Cilento: Cardile (Gioi), Castel San Lorenzo, Eredita (Ogliastro), Mandia (Ascea), Laurito, Ostigliano (Perito) e Villa Littorio (Laurino); San Giovanni è la frazione di Stella Cilento che ne ha assunto anche il nome. Tracce del culto sono presenti a Zoppi (Montecorice), dove ancora sono visibili i resti dell’antica chiesa; inoltre, tra Casal Velino e Celso, è la chiesetta di San Giovanni, qui detto ‘Piericoste’: secondo alcuni studi è quello che rimane di un antico villaggio scomparso nei secoli passati.

I fichi nel paesaggio agrario del Cilento, sono presenti ormai da millenni, grazie all’introduzione dei primi coloni greci e dei monaci che ne diffusero la produzione. Non di rado compaiono nella letteratura fin dai tempi più antichi; e sempre nei tempi antichi già è possibile trovare la tipica lavorazione che mantiene immutata la stessa tradizione: essiccati subiscono un lento e semplice processo che, oggi, li rende noti e apprezzati in tutto il mondo. Nei campi, il fico ‘Dottato’ rappresenta la varietà più diffusa ma, numerose sono le altre specie presenti nelle nostre terre. Si caratterizzano per il loro gusto estremamente dolce: il ‘fico di San Giovanni’, ancora presente ma secondario nella notorietà e nell’utilizzo in Cilento, si differenzia dalle altre varietà per non essere mieloso, pur conservando la consueta dolcezza.

La piena maturazione ha inizio sul finire di agosto e si protrae per tutto il mese successivo, sebbene alcune varietà hanno tempi di produzione diversi. Popolarmente, il 29 agosto, quando si celebra e si ricorda il martirio del ‘Battista’, la ricorrenza ad Ostigliano è nota come ‘San Giuanni re le fico’, mentre in giugno ‘San Giuanni re le murtedde’. Oggi, diverse località, limitano la ricorrenza al mese di giugno, ma come ad esempio a Mandia, ancora oggi si tiene la processione anche nel mese di agosto; mentre, in altre località, si celebra solo la Santa Messa. L’accostamento dei fichi a San Giovanni non è casuale, e non si lega solo a ragioni spazio-temporali. Fino alla metà del ‘900 ultimo scorso, costituiva un tassello importante dell’economia locale, motore trainante del sostentamento di molte famiglie. Il tessuto sociale presente nel Cilento nei decenni passati, spesso faceva leva proprio sulla produzione dei fichi, non solo in termini economici ma anche per il sostentamento alimentare; si affiancava ai pasti principali e, talvolta, li sostituiva completamente, limitandone il consumo per le sue proprietà.

Dunque, se ‘la notte di San Giovanni’ con la raccolta delle erbe e la sua magia, la ‘processione delle lanterne’ e numerose altre tradizioni affiancano orgogliosamente la ricorrenza di giugno, in agosto si raccolgono i ‘buoni frutti’…

Pubblicato da Giuseppe Conte

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