Cilento, il culto della Madonna del Rosario: una cronologia tra ‘miracoli e carestie’

La devozione per la Madonna del Rosario rappresenta l’unico culto che nella Diocesi di Vallo della Lucania abbraccia l’intero territorio. Nel Cilento Antico gran parte delle caratteristiche ‘congreghe’ sono intitolate proprio alla Madonna del Rosario. La popolarità della figura di Maria nelle sue vesti più celebri e importanti, è senza dubbio dovuta all’istituzione della ricorrenza in ricordo della battaglia di Lepanto. L’origine, invece, è attribuita all’apparizione della Vergine a San Domenico nel 1208; per volere di Papa Pio V venne istituita con il nome di ‘Madonna della Vittoria’ e fissata al 7 ottobre, per celebrare la vittoria della battaglia di Lepanto avvenuta nel 1571. Singolare il caso di Massa (frazione di Vallo della Lucania), la cui parrocchia continua a mantenere l’originale titolo di ‘Madonna della Vittoria’, festeggiando la ricorrenza con intensa devozione il 7 ottobre.

L’iconografia è ben definita dalla presenza del rosario che la Vergine reca tra le mani; in Cilento, l’immagine si caratterizza per la quasi totale raffigurazione con la tipologia dei cosiddetti ‘manichini vestiti’, conferendo vitalità e imponenza. Il vestiario, che nella tradizione più classica riporta il blu, qui spazia dal bianco al rosso, con una predominanza maggiore su quest’ultimo.

Se negli scorsi anni mi sono occupato della tipologia scultorea, della storia dei luoghi e delle leggende, questa volta focalizzerò l’attenzione sulla distribuzione temporale che avvolge l’intero anno e che, a vario titolo, ricorda la Madonna del Rosario.

In ottobre, si concentrano la maggior parte delle celebrazioni ma in poche conservano la data del 7. A Perito, la festività è stata reintrodotta di recente e ricollocata nella sua data originale. Ostigliano celebra la Madonna il fine settimana coincidente o successivo al 7 ottobre. A Gioi, invece, è la prima domenica del mese la data utile: qui è di scena ‘la simulazione dell’incendio del campanile’. Inoltre, nella stessa domenica, Mandia festeggia in modo votivo la Madonna del Carmine.

Diverse comunità hanno ricollocato la festività nel mese di agosto. Il 15, giorno dell’Assunzione di Maria, la Madonna del Rosario è festeggiata a Serramezzana; la terza domenica del mese, invece, si ricorda a San Giovanni (Stella Cilento).

Singolari, per la distribuzione temporale totalmente atipica e per la leggenda che li avvolge, i casi di Perdifumo e Casigliano (Sessa Cilento). Il primo è un piccolo centro collinare ma, la leggenda ci riporta al mare: si narra di una nave che trasportava la Statua della Madonna e un crocifisso: il carico era destinato alla Calabria; ma nelle acque antistanti le marine di Castellabate, la nave si arrestò e virò verso la costa solo quando i marinai pronunciarono il nome di Perdifumo. L’immagine della Vergine, giunta sulla terraferma, venne trasportata nella parrocchiale del piccolo centro cilentano. In ricordo dell’evento, il martedì successivo alla Pentecoste, il simulacro della Madonna è portato in processione con solennità, su una barca, testimoniando l’antica leggenda e la magna devozione maturata nei secoli.A Casigliano, invece, la Madonna del Rosario in origine si celebrava il 6 maggio, mentre oggi la domenica coincidente o successiva. Anche qui affrontiamo la leggenda che riguarda ‘il miracolo della pioggia’: in un anno di particolare siccità, la Madonna fu portata in processione per scongiurare carestie e, sul tragitto del corteo arrivò la pioggia. L’evento è ricordato con una croce posta appena fuori dell’abitato e il 1° maggio, inoltre, ha luogo una sorta di rituale ‘la Vestizione’ in cui la statua della Vergine viene preparata per la festività.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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