Cilento, il ‘confine delle stagioni’ tra fede cristiana e significati popolari

Un importante appuntamento per la Chiesa cattolica, è senza dubbio l’8 settembre, giorno in cui si ricorda la nascita della Vergine Maria. Per il Cilento e per buona parte dell’Antica Lucania, rappresenta una data molto significativa, in cui – soprattutto in passato – si rendeva omaggio alla Madonna, manifestando la propria devozione attraverso pellegrinaggi e riti legati all’espressione popolare.

Quella parte della cultura cilentana, fondata sulle attività agro-pastorali, si muove indubbiamente sulle principali ricorrenze cristiane che, nello scandire le stagioni e nella suddivisione popolare, garantivano protezione e continuità. Il ciclo delle stagioni, in particolare, ha il suo inizio e la sua fine; ad ogni avvicendarsi si rincorreva la prosperità e, il mese di settembre, che al contempo è l’inizio e la fine di numerosi percorsi produttivi, ne conferma la straordinaria valenza. In questi gironi la raccolta dei fichi è nel pieno, mentre volge al termine qualche rimasuglio di alcune varietà di grano e ci si prepara alla vendemmia ed alla raccolta delle olive.

Spostandoci sulla piena componente religiosa, si compiono i caratteristici pellegrinaggi, alcuni dei quali ancora praticati: una tradizione secolare porta al Monte Gelbison centinaia di fedeli provenienti da gran parte del Meridione; risultano attivi anche itinerari minori, a carattere locale, che insistono in diverse località del territorio. È il caso, ad esempio, della ‘Madonna della Sala’ celebrata a San Mauro Cilento: qui affluiscono pellegrini provenienti anche da diversi centri vicini come Agnone, Montecorice e Pollica; aggiungendo una ‘C’ la Madonna diventa ‘della Scala’ a Castellabate. Il piccolo santuario della Madonna di Costantinopoli, invece, si raggiunge a Felitto; qui il culto risulta attivo già nel 1500 e dopo un periodo di declino, fu nuovamente restituito alla devozione popolare. Rimanendo nel perimetro urbano, merita sicuramente attenzione la ‘Madonna di Grottaferrata’: nella chiesa di Rofrano si conserva una preziosa icona della Vergine. Ognuna di queste storie conserva la propria identità con l’immancabile leggenda: la ‘Madonna del Soccorso’, a Cannicchio (Pollica) accorse in aiuto di una giovane insidiata dal diavolo. Al di là della suggestione scaturita dalla leggenda, momento evocativo rimane il ‘pellegrinaggio’, talvolta, attraverso gli antichi sentieri: alla Madonna di Novi ancora oggi non poche compagnie raggiungono la vetta percorrendo il vecchio percorso gradinato; le pietre di questo tragitto sono logorate dall’intenso via vai susseguitosi nel corso dei secoli, testimoniando, ulteriormente, l’immensa devozione.

È anche vero che non poche realtà hanno perso i copiosi pellegrinaggi dei tempi lontani, ma resistono nella memoria popolare: ‘Santa Maria della Croce’, a Stio, fu un importante meta di devozione mariana, tanto da essere affiancata ad una rinomata fiera tutt’oggi esistente; alla Madonna della Scala (Castellabate), invece, la fiera si tiene il 7 settembre. In altri casi la ricorrenza si discosta per una leggera variazione temporale: ad Aquara la ‘Madonna del Piano’ si festeggia il 12 settembre così come la ‘Madonna del Cielo’ a Laurito. Ed infine, vi sono quelle accezioni in cui le celebrazioni sono del tutto scomparse come a Perito: qui la terza domenica di Settembre si festeggiava la ‘Madonna Addolorata’.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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