Cilento, ‘Anima e Passione’ nel Venerdì Santo: ‘le radici di una terra’ nel 2017

E’ il momento in cui tradizioni fa rima con emozioni…

Il Venerdì Santo non suonano le campane ma, alle pendici del Monte della Stella, le parrocchie sono un via vai: le congree si alternano per omaggiare il Sepolcro di Cristo intonando le loro strofe: non sono veri e propri canti ma direi piuttosto ‘colti inni’ e ‘pietosi lamenti’. Assiste alla scena ogni fedele, si riporta la mente a tempi lontani. Eppure queste antiche tradizioni sono vive: senza troppe difficoltà si fanno spazio tra la modernità del nuovo secolo.

Le genti del posto ben sanno cosa accade oggi: si compie uno straordinario pellegrinaggio che affronta il viaggio su una rotta circolare che, a sua volta, può in più punti incontrare la congrea del paese accanto.

Solo con queste poche e semplici parole si può spiegare l’essenza della teatralità più genuina, quella ancorata nell’animo di ogni cilentano; per i significati più profondi, invece, bisogna interpellare il vissuto custodito nel cuore che, difficilmente cederà i suoi valori…

Penombra nel cielo

come coperto da un velo;

un crudo silenzio

non s’ode campana suonare.

Si raduna la folla

l’estasi crolla

la chiesa è gremita

la Madonna impietrita!

L’odore di cera invade alla sera

s’addensa nell’aria

il pianto sulla via:

è un canto straziante

sconvolge la gente;

è giorno pietoso

spiazza il riposo.

Un lamento

un atroce tormento

l’animo ascolta

la strofa è colta

di lingua seriosa

tutti si è in posa.

Pietà che non molla

ma che lenta si dissolve…

Pubblicato da Giuseppe Conte

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