Cilento, le festività patronali di gennaio tra Abati e Martiri

Quando il mese di gennaio sta per compiere il suo giro di boa, ecco che la devozione dei cilentani si anima convogliando in alcune importanti ricorrenze. Numerose, come vedremo, sono le comunità che celebrano Sant’Antonio Abate ma non mancano le festività patronali che ruotano intorno ad altri culti: negli stessi giorni, nella Diocesi di Vallo della Lucania si ricordano San Felice Martire, San Mauro Abate e San Sebastiano.

Orria, San Felice Martire

Il 14 gennaio in paese è festa patronale: si celebra San Felice che viene ricordato, in modo votivo, anche la seconda domenica di agosto. La prima occasione si caratterizza maggiormente per le celebrazioni religiose, mentre, l’occasione estiva è momento assai partecipato anche da coloro che abitano fuori. Inoltre, San Felice è compatrono insieme a San Martino a Massascusa di Ceraso mentre il toponimo richiama una località presente nel territorio di Cicerale.

San Mauro la Bruca, foto tratta da wikipedia
San Mauro Abate, foto tratta da wikipedia

San Mauro la Bruca, la festività patronale

Era la vigilia di San Mauro quando alcuni operai che lavoravano nella Galleria Spina furono salvati grazie all’intervento del Santo patrono. Il giorno seguente, ‘i miracolati’ risalirono la collina in occasione della festività. Nella statua dell’Abate riconobbero l’uomo che li aveva protetti. L’Abate, in paese, viene ricordato in più occasioni durante l’anno. In tutti i momenti è richiamo per numerosi fedeli che provengono non solo dal territorio comunale ma anche dai paesi vicini. Il 15 gennaio è la ricorrenza liturgica. Partecipano alle celebrazioni numerosi devoti. Anche l’ultima domenica del mese di aprile e di agosto è ricordato ma in forma votiva. In particolare, la ricorrenza estiva, per la sua collocazione, richiama tanti sanmauresi che fanno ritorno in paese proprio per prendere parte ai festeggiamenti. Momento significativo e partecipato è la tradizionale processione che si svolge all’apice della mattinata ed attraversa le vie principali del paese.

Sant’Antonio Abate in Cilento - Statua ad Ortodonico, Sa

Sant’Antonio Abate: i luoghi del Cilento tra storia e identità perdute

Nel perimetro del Monte Stella, il culto di Sant’Antonio Abate emerge a tratti su ogni versante. Sui pendii delle colline che degradano verso il mare, Ortodonico l’ha elevandolo a patrono della comunità. Risalendo verso l’interno, nella zona nord-occidentale della montagna, la devozione si manifesta a Camella. Proseguendo oltre si raggiunge la località di Sant’Antuono di Torchiara dove, il culto, è evidente anche nell’onomastica. Lasciata l’orbita dello storico massiccio, ci spostiamo sul versante opposto della vallata solcata dall’Alento. A Perito, fino agli anni ‘70 del XX secolo, è esistita la cappella di ‘Sant’Antuono cu lu purieddo’ come si evince dall’interpretazione affettiva del popolo: fu demolita per consentire l’ampliamento della rete viaria. All’interno era presente una statua fittile: i resti del volto sono stati di recente recuperati e si conservano in chiesa madre. Infine, oltre i confini del Cilento, ai margini contemporanei del territorio, una intensa devozione si respira a Vibonati.

San Sebastiano, il culto a Montano Antilia e Sacco

San Sebastiano fu un militare romano, martirizzato poiché sostenne la fede cristiana. Protegge, tra gli altri, gli addetti della polizia locale e i militari in genere ma, in passato, veniva anche invocato contro la peste. Probabilmente è forse per questo, seppur in tono pacato, presente nelle memorie di alcune realtà locali. È patrono a Montano Antilia e rappresenta una importante festività, insieme alle ricorrenze di San Montano e di Santa Irene. A Sacco, invece, una statua in terracotta di San Sebastiano campeggia insieme a San Nicola e Sant’Elia, sulle mura perimetrali della chiesa parrocchiale di San Silvestro. Nella tradizione popolare le tre immagini sono riconosciute come ‘li muocci’.

[Testo di Giuseppe Conte]

Pubblicato da Giuseppe Conte

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