Il dialetto cilentano, le diversità di una lingua viva nel Meridione d’Italia

Il Cilento, storicamente appartenuto alla Lucania, ed oggi confinato nella parte sud della Campania, presenta nel suo dialetto diversi aspetti peculiari. In particolare, in alcuni centri della parte centro-meridionale del territorio, si nota l’influsso insulare di tipo siciliano. Ciò determina una diversità che si discosta notevolmente dai tratti tipici delle due regioni d’appartenenza: la Campania, dal punto di vista geografico e amministrativo, e la Basilicata dal punto di vista storico.

Cilento, Monte Stella

Che cos’è un dialetto?

La domanda che subito bisogna porsi è: qual è la differenza tra lingua e dialetto? Se ben si riflette allora l’istinto porta a dire nessuna. E in effetti la risposta è accettabile. Anche dalla più diffusa definizione di dialetto si evince la valenza dell’affermazione. Il dialetto è ‘la varietà di una lingua’ eliminando ogni ragionevole dubbio. Argomentare sulla questione è una discussione che potrebbe protrarsi in una parentesi quasi infinita o, per meglio dire, indefinita. È abbastanza improbabile riuscire a catalogare una lingua secondo i rigidi parametri di ‘nascita’ e di ‘morte’. Tuttavia è decisamente percettibile l’essenza di una lingua che è ‘viva’ come il ‘cilentano’. Le ‘lingue locali’ (i nostri dialetti) sono perennemente esposti al rischio della scomparsa mutabile in una vera e propria morte se non opportunamente tutelate. In sostanza la linguistica accetta la definizione di dialetto inteso come ‘varietà di una lingua’.

Il dialetto cilentano ieri e oggi

Il territorio su cui insiste il “cilenanto” ha tantissime pagine di storia. Occupa uno spazio meta di numerosi incursori inquadrabili come ‘agenti linguistici’. Il Cilento, nel corso del tempo, è stato in ‘balia’ di diverse culture e solo lentamente si è formata una ‘parlata’ che ha accomunato in minima parte le comunità locali dal punto di vista linguistico. Il dialetto che usiamo oggi, dunque, è il risultato di continue influenze, ognuna delle quali ha lasciato le proprie tracce nella lessicologia locale, rendendo possibile la formazione di un idioma ricco e variegato. Poggia su strati linguistici che vanno al di là delle grandi civiltà del mondo antico. Secondo alcune ipotesi, in primis l’antico celtico che avrebbe reso la sua lingua dapprima nella topografia locale, a partire dal fiume che solca questo lembo di terra, di cui ne ha segnato i confini e anche la storia: l’Alento.

Analizzando alcuni aspetti socio-linguistici

Se talune caratteristiche, rimarcano la riconducibilità ai dialetti meridionali estremi, come il siciliano e talvolta il calabrese o il salentino, alcune ‘regole linguistiche’ sono assimilabili alla terra madre (Campania e Antica Lucania). Il passaggio dalla doppia ‘ll’ del latino a ‘dd’, caratterizza l’intero Cilento, ed è considerabile un fenomeno generalizzato; tuttavia, in alcuni centri è adoperato in modo più ricorrente: il pronome ‘chiddu‘ appartiene solo alla fascia del Cilento ‘oltre i confini storici’ (ad esempio a Rofrano, Alfano, ecc.), mentre è ‘chiro‘ nella pre-fascia del Cilento. ‘Addo‘ (per gallo), invece, convive benissimo nell’intero territorio. Questi pochi esempi sono quasi sufficienti per capirne almeno superficialmente, le discordanze grammaticali, confermando un sistema linguistico-dialettale ben complesso nelle nostre terre ed estraniando in alcune caratteristiche grammaticali, una parte delle componenti dialettali di alcuni centri.

Colgo l’occasione per ricordarVi l’aoountamento Te lo racconto in dialetto cilentano 2019… previsto per il prossimo Giovedì 17 gennaio.

[Testo di Giuseppe Conte, non è consentita la riproduzione senza autorizzazione]

Pubblicato da Giuseppe Conte

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