Cilento, Aprile 2019. Il Giovedì Santo si allestisce il Sepolcro e dopo la celebrazione l’altare è spogliato di ogni ornamento. In passato, in tal occasione, la chiesa veniva denudata letteralmente, a conferma di una magna devozione e di un profondo rispetto: le statue erano velate da un panno nero e il silenzio avvolgeva l’intera comunità. L’atmosfera luttuosa si accentua con il silenzio delle campane, metaforicamente legate in attesa della resurrezione di Cristo.
I germogli di grano
Per antica tradizione gli Altari della Reposizione sono adornati con i ‘germogli di grano’. È usanza diffusa nell’intero Meridione e del tutto viva e significativa anche in Cilento. Il Mercoledì delle Ceneri o la domenica successiva, sono i giorni in cui comunemente i chicchi sono messi a dimora. In tal modo saranno pronti per la Settimana Santa. In passato – ed in parte ancora oggi – al frumento si accostano alcuni legumi come lenticchie e fagioli. Tuttavia la consuetudine, pur abbracciando l’intero territorio del Cilento, mostra delle diversità sia nei tempi sia nei modi. In alcune realtà la messa a dimora dei semi avviene in tempi decisamente più ristretti rispetto ad altri. Ne conseguirà un diverso groviglio di filamenti verdi o bianchi secondo l’esposizione. Disposti ai piedi dell’Altare rievocano il Sepolcro di Cristo. Talvolta, il giorno seguente, in occasione della Vi Crucis sono portati in processione.
Giovedì Santo: la ‘cena dei poveri’
La prassi di offrire ristoro ai più bisognosi della comunità, è stata una tradizione praticata già nel XVIII secolo e sfiorita tra la fine del secolo successivo e gli inizi del XX. Se ne conserva memoria su alcuni testi e tra i racconti dei più anziani. È forse il modo espressivo con cui si testimoniava il rispetto e la devozione verso Gesù attraverso opere di bene rivolte alle condizioni delle proprie realtà.