San Michele, luoghi e tradizioni nel fascino di un culto antico

San Michele vanta luoghi e tradizioni d’immenso valore nel Cilento. In tutto il territorio insistono emergenze architettoniche e culturali dedicate all’Arcangelo. Grotte dal fascino unico custodiscono tante pagine di storia e misteriose leggende. La fede, poi, nel tempo ha fatto il resto. Ed ecco un grande patrimonio culturale da preservare. L’8 maggio e il 29 settembre, sono le date in cui ricorre la festività.

San Michele Arcangelo
San Michele

San Michele nel versante tirrenico del basso salernitano

Iniziamo questo viaggio facendo il periplo del Monte Stella. Prima dell’edificazione della Chiesa di Santa Maria del Paradiso, parrocchia di Laureana Cilento era la Chiesa di San Michele Arcangelo, appartenente all’omonimo convento. A Rutino la rappresentazione del ‘Volo dell’Angelo’ caratterizza la festività patronale. Si svolge la seconda domenica di maggio. Numerosi visitatori accorrono per assistere allo storico duello in cui l’Arcangelo sconfigge il diavolo. Il centro di Acquavella (Casal Velino) ruota intorno alla Chiesa dedicata all’Arcangleo. Lasciato l’antico ‘Monte Cilento’, ci spostiamo nella vicina Ascea, nelle terre dell’antica Velia. Raggiungiamo la frazione Terradura. Anche qui la parrocchia è dedicata all’Arcangelo. Dopo aver toccato San Mauro la Bruca, proseguiamo verso la parte sud della provincia. Ultima tappa di questa prima parte è Poderia (Celle di Bulgheria). La cappella di San Michele risale alla seconda metà del 1700. Caratteristico è il campanile a cipolla.

Rutino, San Michele
Rutino Volo dell’Angelo: San Michele (foto Clau Arrieta)

Rutino, il Volo dell’Angelo

Tre la Sacre rappresentazioni Rutino rappresenta l’apice in Cilento. Il testo ha origini relativamente antiche. Non vi è certezza sulla collocazione temporale. Al mattino l’aria di festa si respira in ogni angolo del paese. Alle prime ore del giorno avviene il rituale della ‘vestizione’ che si tiene nella casa paterna del bambino scelto per interpretare il ruolo dell’Angelo. Terminata la Santa Messa, ha inizio la processione. Attraverserà la prima parte del paese e fa ingresso in piazza dove si svolge la prima parte della scena. Dal davanzale del campanile, sospeso ad una carrucola e ben saldo ad una corda, l’Angelo inizia il suo ‘volo’. Lucifero e San Michele compiono il loro scontro che si consuma tra i canti dell’Angelo e una minacciosa sfida lanciata dal diavolo. Nella seconda parte il duello finisce a suon di spada e il tintinnio annuncia la resa del diavolo. L’Arcangelo Michele libera Rutino dal male.

Sant’Angelo a Fasanella: Patrimonio dell’Umanità

Il culto di San Michele emerge in diversi luoghi del territorio. Tuttavia alcuni sono particolarmente evocativi. È il caso di Sant’Angelo a Fasanella. La ‘Grotta di San Michele Arcangelo’ è un prezioso Santuario rupestre. Considerato il suo immenso valore storico, artistico e paesaggistico, il sito è dichiarato Patrimonio dell’Umanità. La nascita di questo posto va ricercata nel lontano passato. Non vi è dubbio che nel corso dei secoli abbia potuto arricchirsi di apprezzabili opere. All’ingresso vi è un grande portale. Prima di entrare lo sguardo cade sul possente campanile che si vede dall’esterno. All’interno, tra le opere principali, una edicola di stile gotico e la statua marmorea dell’Arcangelo Michele. Quest’ultima situata su un meraviglioso altare che fu voluto dall’abate Caracciolo. Lo stesso fece anche costruire il pozzo e il pulpito. La cappella interiore, invece, è dedicata all’Immacolata e sull’altare vi si trova una tela del XVII secolo.

Sant'Angelo a Fasanella (SA) -
Sant’Angelo a Fasanella (SA), Grotta-Santuario di San Michele

San Michele: fra grotte e tradizioni

La grotta presente a Sant’Angelo a Fasanella non è un unicum. Nel territorio, infatti, sono diverse le cavità consacrate all’Arcangelo. Fra esse quella di Caselle in pittari. Ai piedi del Monte Cervati, invece, merita nota quella di Valle dell’Angelo. In località ‘Costa della Salvia’ si trova la grotta di San Michele, un tempo meta di piccoli pellegrinaggi. E che dire di Pertosa? Qui troviamo le celebri ‘Grotte dell’Angelo’ che costituiscono uno straordinario complesso carsico. Richiamano ogni anno tantissimi visitatori. All’ingresso è situata una piccola edicola votiva dedicata all’Arcangelo. Infine è d’obbligo fare un salto a Sala Consilina, il centro principale del Vallo di Diano. Con immensa devozione i pellegrini accompagnano la statua nel santuario. E’ l’8 Maggio quando la Città del Vallo omaggia il suo patrono. Sul finire dell’estate, invece, fa ritorno in paese, accolto da affascinanti tradizioni ben conservate.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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