Ostigliano, la ‘processione delle lanterne’: un rituale antichissimo

La processione delle lanterne è probabilmente l’espressione di una magna devozione maturata nei secoli. Resiste fino alla metà del secolo scorso ma non riesce a varcare le soglie del nuovo millennio. Sarebbe il caso di una rivalutazione socio-culturale affinché resti parte indelebile della nostra comunità.

I significati di una ‘lunga notte’

La festività di San Giovanni Battista, fin dai tempi più antichi, ha rappresentato un momento importante per i cristiani. Il 24 giugno è una data particolarmente significativa anche da un punto di vista sociale. Coincide con i giorni in cui ha inizio l’estate e a poche ore dal solstizio indica una momento d’inteso scambio soprattutto per il mondo agro-pastorale.

San Giovanni e l'iperico - procesisone delle lanterne
San Giovanni e l’iperico (foto Giuseppe Conte)

È una lunga notte quella di San Giovanni, e per certi versi rappresenta la pienezza per le colture, per la raccolta delle erbe e per diverse usanze locali. Non a caso, la sera della vigilia e tutte le ore di buio seguenti, sono spesso indicate come le migliori per compiere alcune operazioni; ad esempio è considerato il momento migliore per la raccolta ‘‘dell’erba di San Giovanni’’, meglio nota come ‘iperico’.

La processione delle lanterne

E’ la vigilia di San Giovanni, al calar della sera del 23 giugno, 24 lanterne accese aprono il corteo processionale. Il numero simboleggia non solo la data della festività bensì anche le ore del giorno. Accade ad Ostigliano fino alla metà del XIX secolo. È la ‘processione delle lanterne’, un rito antichissimo. Più genericamente passerà alla storia come ‘processione della reliquia’, come avviene in diversi casi alla viglia delle festività patronali in Cilento.

San Giovanni Battista (foto Giuseppe Conte) – Processione delle lanterne

Quella di Ostigliano, però, conserva significati ben più profondi. Non a caso il ‘lume che arde’ è simbolo per eccellenza della potenza divina ed intercede affinché prosperi il raccolto. Probabilmente è questo l’affidamento che gli ostiglianesi chiedono al Santo Patrono. Una croce bifronte in argento sbalzato, oggi custodita nel museo diocesano di Vallo della Lucania, e gli ori ex voto, confermano la magna devozione.

Tutelare una tradizione

Quella che io amo definire ‘processione delle lanterne’ è un rituale purtroppo ormai scomparso, praticato fino alla metà del secolo scorso ad Ostigliano, in occasione della festività patronale. Pur vantando origini secolari, ben poco rimane finanche nella memoria. Questa tradizione rischia di rimanere priva di ogni testimonianza. Basti pensare che le poche tracce note sono ormai evidenti soltanto in alcuni miei scritti portati avanti negli anni. Tuttavia, ben più meritevole d’indagine sarebbe questo rito dai profondi significati. Avvolta in parte nel mistero, rimane una delle emergenze storico-culturali più singolari e caratteristiche dell’intero Cilento. Credo sia opportuno prendere maggiore coscienza a riguardo e valutare un possibile ritorno nel patrimonio immateriale di questa piccola comunità. La riscoperta socio-culturale probabilmente rimane l’unico modo per tutelare l’identità storica del paese stesso e forse dell’intero territorio.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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