Cilento, sulle tracce di San Vito (15 giugno 2017)

La devozione a San Vito – pur essendo ormai sofferente e, talvolta apparentemente superata – rappresenta uno dei culti maggiormente vissuti in territorio cilentano. Basti pensare ai numerosi altari ed alle diverse cappelle che ne ricordano la memoria.

L’ascesa verso un culto florido in zona è sicuramente dovuta alla narrazione del martirologio che vuole il giovane Vito martirizzato proprio in queste terre, sulle rive del Sele, e, qualcuno qui pone anche i natali ‘…in Lucania Natalis Viti […]’ come ci ricorda San Girolamo. È pur vero che, in ‘San Vito’ si nasconde una delle figure più contestate della storia cristiana, data l’abbondanza di ‘testimonianza scritte’ che ne rivendicano l’esistenza, ognuna con dati contrastanti, tanto da far supporre l’esistenza di diversi martiri con il nome di ‘Vito’. Nel mondo ‘contadino’. Oltre a proteggere da alcune malattie, San Vito è ‘Santo contadino’ poiché fu considerato una figura importante per la protezione dei campi. Non a caso gran parte delle sue cappelle sorgono proprio in aperta campagna, testimonianza di un legame agro-pastorla e assai profondo. ancora oggi, in alcuni centri ha luogo la benedizione dei campi e talvolta anche dei pani.

Nel Cilento, dunque, esiste un legame devozionale dovuto alla presenza materiale di San Vito poiché, seppur nell’incertezza, rimane confinato nell’Antica Lucania il luogo d’indagine cardine per la ricostruzione della sua storia. Per ora ci fermiamo, sicuramente tratteremo in modo più dettagliato della ‘Passio Viti’ in futuro; per questa volta, invece, concludiamo con una mappatura dei luoghi ‘vitiani’ nel Cilento.

Dal Sele all’Alento e fino al Golfo di Policastro. Particolarmente sentiti i festeggiamenti ad Eboli, territorio in cui ricade il Santuario di San Vito al Sele. Anche Capaccio propone una grande ricorrenza. Addentrandoci nel Cilento, facciamo un primo veloce periplo del Monte della Stella: Matonti (Laureana Cilento), Montecorice e Valle Cilento (Sessa) ne conservano una buona memoria. Nella maggior parte dei casi, oggi si celebra la Santa Messa e a volte si tiene la processione; più rare sono le antiche fiere. Resistono a Felitto ed Ostigliano (Perito). Quest’ultimo conserva particolari apprezzamenti che riguardano il culto di San Vito (ne parleremo nei prossimi giorni). A Felitto, di cui è patrono, numerosi momenti civili e religiosi, accompagnano la festività. Tracce ben evidenti del culto le ritroviamo anche a Magliano Vetere, Campora e Pisciotta. La città della spigolatrice, che chiude la provincia di Salerno, ha come patrono San Vito; nell’interno, risalendo le colline nei dintorni di Sapri, si raggiunge Tortorella: anche qui si ricorda San Vito.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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