RUTINO (SA). La seconda domenica di maggio nei cieli del Cilento risuona il simbolico duello tra l’Arcangelo Michele e il diavolo. Quest’ultimo sarà sconfitto e l’Angelo trionferà cantando Inneggiate dal cielo eccelsi cori, / o Serafini al tron del sommo Iddio. / Cadde d’abisso nei profondi orrori / dei ribelli lo stuolo iniquo e rio. / Gloria al Signor del Ciel tra gli splendori. / Sia pace in terra all’uomo umile e pio. / A te del Creator campion fedele / onore eterno Arcangelo Michele ( Il male è vinto e il bene scende sulla comunità).
La ‘Sacra Rappresentazione’: storia e significati
Tre la Sacre rappresentazioni che fanno parte della tradizione cilentana, Rutino rappresenta l’apice in assoluto. Non solo per la longevità e la costanza nel tempo, ma anche per l’immensa spettacolarizzazione che scaturisce dalla completezza della sua interpretazione scenica. Il testo del dramma ha origini relativamente antiche. Non vi è certezza alcuna sulla collocazione temporale.

Gran parte delle notizie relative al testo, provengono per mezzo del solo tramando orale. Ciò nonostante fa certamente parte della storia di Rutino. Inoltre, sebbene non sia possibile datare il dramma, la tradizione popolare attribuisce la paternità comunque ad un rutinese. Il significato, invece, cela un indiscusso messaggio evangelico: il bene che trionfa sul male è l’epilogo che conclude in modo trionfante il testo.
Il ‘Volo dell’Angelo’
Al mattino l’aria di festa si respira in ogni angolo del paese. Alle prime ore del giorno avviene il rituale della ‘vestizione’ che si tiene nella casa paterna del bambino scelto per interpretare il ruolo dell’Angelo. Il corredo si compone di una sottoveste bianca, di un vestitino azzurro con decori in oro, due calzamaglie bianche, i sandali, una parrucca bionda e le ali. Sulla capo un elmo e in mano uno scudo. Le forze dell’ordine, invece, consegneranno al bambino la ‘spada’ e lo accompagneranno in chiesa dove sarà celebrata la Santa Messa.

Terminata la celebrazione, il suono melodioso delle campane e un festante applauso accolgono l’uscita dell’imponente statua di San Michele Arcangelo, patrono della comunità. È questo il primo momento in cui la commozione trapela dagli occhi dei rutinesi residenti e di coloro che sono sparsi per il mondo e che, per l’occasione, rientrano nel paese di origine.
Il Volo dell’Angelo: la scena
Ha inizio la processione. Attraverserà la prima parte del paese e, dopo il tradizionale sparo dei fuochi, fa ingresso in piazza dove si svolge la prima parte della scena. Il corteo si ferma e, dal davanzale del campanile, sospeso ad una carrucola e ben saldo ad una corda, l’Angelo inizia il suo ‘volo’ sulla piazza.

Si ferma al cospetto degl’inferi, un palco allestito ai margini della piazza dove si porranno in scena i demoni più tremendi. Lucifero e San Michele iniziano il loro scontro che si consuma tra i canti dell’Angelo e una minacciosa sfida lanciata dal diavolo. A questo punto il corteo processionale si ricompone e riprende il suo cammino, attraversando il lato opposto dell’abitato. Rientrerà nuovamente in piazza dove si tiene l’atto finale. Il duello si consuma a suon di spada e il tintinnio annuncia la resa del diavolo. L’Arcangelo Michele libera Rutino dal male.
[Testo di Giuseppe Conte]
La Festa di San Michele
La seconda domenica di maggio Rutino è in festa. San Michele rappresenta un punto di riferimento per la comunità e per l’intero territorio. Nell’infanzia di tanti di noi (come pure nella mia, ndr) c’è il Volo dell’Angelo, quella rappresentazione che da bambini a tratti spaventa e da grandi affascina, emoziona e, da buoni cilentani, rimane scolpita nella memoria perché, in fondo, la festa a Rutino è un po la festa del Cilento!
La rappresentazione della sfida tra l’arcangelo S.Michele e il diavolo sembra essere tratta dal poema “Il paradiso perduto” di J. Milton.