La richiesta di Fiorella mi è giunta con una lettera. È una richiesta semplice, puntuale, che arriva con l’intento di addolcire il ricordo di un momento dal sapore amaro che, in verità, è solo un piccolo tassello di una ‘vita vissuta’ ben più grande, fatta di tanti momenti felici. Era il 1977 ed immagina che la penna di D. (suo papà) scivola sul foglio bianco, pensando ad un probabile incontro. Semplici parole si susseguono tra le righe: formano un pensiero assorto. Ben presto diventa realtà e con il tempo ha dato i suoi frutti: una casa e una famiglia, l’essenza svanita di quella ‘non più solitudine’.
Dedicato a te
Erano i primi giorni d’autunno
ed il soffice vento
sembrò intuire i miei pensieri:
fu allora che entrasti nella mia vita!
Il tuo viso apparve davanti ai miei occhi
ingenuo e puerile,
estasiando il mio animo perturbato e commosso.
Avrei voluto poter abbracciare
quel vento che mi aveva ascoltato…
… ma ora i miei pensieri si perdono,
la mia mente si offusca… e…
e solo quel soffice vento
può capire
la mia grande solitudine.
(D.A.M., classe V B, anno 1977)