Stio, la ‘fiera della Croce’: identità storica e culturale del Cilento

La ‘fiera della Croce’ rappresenta una realtà storica per il Cilento soprattutto per la sua longevità. Probabilmente è già attiva nel 1200 (sotto la giurisdizione di Gioi) ma solo a partire dal XV secolo si conservano testimonianze documentarie. Evidenzia come nei secoli scorsi la laboriosità delle genti abbia saputo proiettare uno scenario economico verso il futuro. L’intuizione fieristica di Stio ha determinato un’importante pagina di storia per l’intero territorio.

La chiesa di Santa Maria della Croce a Stio (Sa)
Santa Maria della Croce (foto Giuseppe Conte)

Stio: Santa Maria della Croce

Giungendo a Stio si nota una chiesetta ai margini della strada. La cappella è dedicata a Santa Maria della Croce, così chiamata per la presenza di una reliquia della Croce al suo interno. La fiera si origina proprio nel pianoro antistante. E la motivazione è del tutto accettabile. È ben noto come in passato le ricorrenze religiose avessero un ruolo cardine nella vita sociale. Dunque, è accettabile l’ipotesi che, per buona parte dell’inizio di settembre, tanti pellegrini raggiungevano Stio per omaggiare la preziosa reliquia. La festività raggiungeva il suo culmine l’8 settembre. Le date confermano e giustificano perfettamente la posizione temporale della fiera, seppur abbia subito un forte ridimensionamento e motivate trasformazioni nel corso del tempo. Di conseguenza, da Santa Maria la fiera assume non solo la portata in termini di visitatori ma anche il nome. Tuttavia, la secolare ‘fiera della Croce’ oggi risuona semplicemente come ‘fiera di Stio’.

La fiera di Stio nel centro abitato
Stio, chiesa parrocchiale (foto Giuseppe Conte)

Stio: la fiera

La ‘fiera della Croce’ rappresenta un unicum in Cilento. Non solo perché resiste da secoli ma anche perché il suo arrivo si sente nell’aria, evocando l’appartenenza identitaria a questa terra. È certo che lo spiazzo antistante la chiesetta, sia sempre stato il cuore pulsante della collocazione spaziale. Intorno a queste mura ha inizio una storia ormai centenaria. Se nel tempo la venerazione della reliquia si è via via indebolita, la fiera, da piccolo mercato diventa riferimento per l’economia locale. Ne è conferma nel commercio della seta. Inizialmente, infatti, era proprio quest’ultimo a caratterizzare la fiera. Commercianti provenienti da tutta Italia e forse dall’intero bacino del Mediterraneo, si davano appuntamento dall’1 all’8 settembre. La rapida espansione apporta notevoli miglioramenti. Si arricchisce di venditori di cuoio, di stoffe pregiate e artigianato con utensileria e pentolame in rame. Rilevante il commercio di bestiame e formaggi che si impone con il ruolo di attrattore.

La fontanella a Stio (SA)
fontanella (foto Giuseppe Conte)

La fontanella…

Per chi proviene dalla costa o dalla parte meridionale della Valle dell’Alento, all’ingresso del paese trova una fontanella da cui sgorga acqua limpidissima. Nei miei ricordi di infanzia segna il momento dell’arrivo a Stio. Da qui le bancarelle si susseguono lungo la via principale fino a raggiungere il cuore dell’abitato con la bellissima chiesa parrocchiale. Per contro, la stessa fontanella è anche il punto che segna il ritorno verso casa. Dopo aver bevuto quell’acqua freschissima, tra i castagni lo sguardo punta ancora una volta verso Stio. Da qui si intravedono poche case mentre più distante si scorge l’abitato di Magliano. Oggi come allora, questa immagine evoca la memoria di tanti di noi e, probabilmente è quel quadro idilliaco che ci permette di sperare nella rivalutazione di tutte le antiche tradizioni del Cilento, affinché questa terra possa essere vanto per tutti…

Pubblicato da Giuseppe Conte

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