La ricorrenza di Santa Lucia è un appuntamento molto importante per il Cilento. Nonostante la festività cada sul finire dell’autunno, nel tempo non ha mutato la sua forte vocazione attrattiva. Continua a ricoprire un ruolo cardine nella fede cristiana. La popolarità di ‘Lucia’ è certamente dovuta alla credenza popolare che, nelle sua figura, riconosce la protettrice della vista.
Santa Lucia e la ‘luce’. Non si hanno riscontri sulla diceria che vuole Santa Lucia martirizzata cavandogli gli occhi. Questo episodio è quasi impercettibile nelle narrazioni e anche nella tradizione; è più probabile che sia riscontrabile in leggende emerse in tempi relativamente più recenti. L’emblema degli occhi che reca su una coppa, invece, è dovuto alla concezione popolare che, in Santa Lucia, riconosce appunto la protettrice della vista. L’etimologia del nome, infatti, da ‘Lux’/Luce’ conferma l’accostamento che, da secoli, risuona nella convinzione collettiva. Ed è probabilmente l’immensa bellezza del suo corpo e del suo spirito ad aver partorito nel tempo ‘Santa Lucia’ come patrona indiscussa della vista.
Fiere e mercati. Pur abbracciando con tenacia la sfera religiosa, quella di Santa Lucia è indubbiamente una ricorrenza popolare; ne è derivata una intensa prosperità che si è tradotta non solo in una magna devozione ma anche in una componente prettamente sociale: fiere e mercati da secoli ne accompagnano la memoria in tutto il territorio. Un forte richiamo economico-sciale è dovuto soprattutto alla sua collocazione a pochi giorni dal Natale. Le antiche fiere, così, esercitavano una forte attrazione, favorite dall’ubicazione temporale nonostante quelle che potevano essere rigide condizioni climatiche. Numerosi sono stati questi ricchi mercati, special modo in passato. La più importante, la ‘fiera della frecagnola’, realtà secolare, che oggi si tiene a Cannalonga nella seconda settimana di settembre, fino al 1653 portava il nome di ‘Santa Lucia’ e si svolgeva dal 4 al 13 dicembre. Sono esistite anche a Monte Cicerale (Cicerale) e Santa Lucia (Sessa C.), dove la portata era minore in quanto confinate in un solo giorno ma di egual importanza se non per notorietà di certo per l’utilità sociale.
Santa Lucia e il Cilento: i luoghi. Volendo attraversare il Cilento, così come lo si intende oggi, Santa Lucia la incontriamo spesso; ma è nel cuore del Cilento Antico che se ne conserva l’esempio più significativo.
Santa Lucia (Sessa Cilento). Qui si concentra l’essenza del 13 dicembre. Il paese che ne ha assunto anche il nome, ogni anno è meta di numerosi fedeli che, per l’occasione giungono in paese partecipando alle celebrazioni.
Magliano Vetere. La festività patronale si celebra in due occasioni: a
dicembre, memoria liturgica e la terza domenica di settembre. Mentre la prima conserva solo le funzioni religiose, la seconda è ben più ambita, sia per l’abbinamento del programma civile sia perché si raggiunge il suggestivo santuario incastonato nella montagna. Alle spalle dell’abitato l’antico complesso rupestre conserva un fascino assai suggestivo. L’interno è composto da due spazi: in uno di essi trova spazio l’antico altare, dietro al quale, in due archi ciechi, si scorgono i resti di bellissimi affreschi.
Nella valle del Calore: Sacco e Laurino. L’antica cappella di Santa Lucia a Sacco è stata di recente restaurata. Da alcuni anni, inoltre, è stata ripristinata la caratteristica processione che in passato si svolgeva regolarmente. A Laurino la festa di Santa Lucia è storicamente radicata al rione ‘Fontana’. È in questo quartiere che si accende l’atmosfera in occasione di Santa Lucia.
Altri luoghi. Nelle comunità in cui è patrona Santa Lucia ha sicuramente maggiore rilievo ma, numerosi sono i centri che ne mantengono viva la memoria: è il caso di Cosentini (Montecorice) e Cannalonga.
