San Nicola nel Cilento

E’ questo un breve viaggio sulla devozione a San Nicola all’interno della Diocesi di Vallo della Lucania.

San Nicola fu Vescovo di Myra, antica città dell’attuale Turchia. Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore e successivamente in Occidente e in particolar modo a Roma e nel Meridione d’Italia. Le reliquie che in origine erano custodite nella città di Myra, in seguito furono trasferite in diverse città tra cui Bari ed è per questo che è anche noto come ‘San Nicola di Bari’. A partire dal Medioevo diviene uno dei Santi più popolari del cristianesimo e si pone al centro di numerose leggende.

Iconografia e leggenda. Oltre al bastone pastorale che richiama al vescovato è rappresentato con tre sacchetti di monete o, più comunemente, con tre palle d’oro. Quest’ultimo fa riferimento a due note leggende. Secondo la tradizione gettò tre sacchetti d’oro in tre giorni in casa di un uomo che non poteva sposare le figlie garantendogli la dote. Risuscitò tre fanciulli uccisi da un macellaio e per questo è anche protettore dei bambini. Nelle parrocchie in cui è titolare, viene quasi sempre rappresentato a mezzobusto; questa procedura è tipica del Cilento ed aveva la funzione di distinguere il patrono dagli altri Santi presenti in chiesa.

San Nicola, Catona (Ascea)San Nicola nel Cilento. La presenza di San Nicola nel Cilento è giustificata dal passaggio dei monaci basiliani. Numerosi gli altari consacrati al Vescovo di Myra: oltre 20 parrocchie e diverse cappelle distribuite nei 54 comuni che appartengono alla Diocesi di Vallo della Lucania ne ricordano la memoria ( Campora, Ceraso, Gioi, Monte Cicerale, Omignano, Piaggine, Prignano ). Non di rado in alcuni piccoli comuni vi sono addirittura due parrocchie dedicate a San Nicola come Ascea e la frazione Catona, o Pollica e la frazione Galdo; a Centola, invece, oltre al capoluogo, a San Nicola si affida la protezione della frazione che ne porta anche il nome, San Nicola per l’appunto.

A Vallo della Lucania, San Nicola si celebra nel rione Spio, dove si trova la cappella dedicata al Santo.

A Capograssi (Serramezzana) il vecchio cimitero si sviluppa nei pressi della Chiesetta di San Nicola, Capograssi (Serramezzana)cappella di San Nicola, ultimo baluardo di un antico Monastero. La chiesa di San Nicola, di cui si ha notizia già nel X secolo si presenta in tutta la sua straordinaria bellezza. All’interno, secondo lo stile greco si erge sopra l’altare una nicchia a tre incavi: al centro trova spazio la statua di San Nicola, mentre nelle bocche laterali sono collocate due sculture della Madonna; entrambe reggono il bambino: l’una a destra e l’altra a sinistra. Racchiude una profonda simbologia: l’incontro fra mondo cristiano e pagano e. il passaggio dalla chiesa greca a quella romana. Nella piccola chiesa sono ancora ben visibili alcuni degli affreschi che un tempo arricchivano il complesso. All’esterno, su di un marmo trova spazio un cippo, sui cui lati da una parte è raffigurato San Nicola e dall’altra è contornato da una scritta, datata 1602.

Curiosità. In contrapposizione alla capillare diffusione del culto per il Santo di Bari, ecco spuntare una curiosità: le due frazioni di Futani, Castinatelli ed Eremiti, affidano la loro protezione a San Nicola; mentre la prima al Vescovo di Myra, la seconda, invece, a San Nicola da Tolentino.

San Nicola, Valle Cilento (Sessa)La ricorrenza religiosa. Il 6 dicembre ricade sul finire dell’autunno, quando le condizioni meteorologiche sono spesso caratterizzate dal freddo. Molte comunità, nell’occasione si limitano ad una manifestazione prettamente religiosa. Nel periodo estivo, invece, viene spesso riproposta la festività con programmi più ampi che oltre alle celebrazioni religiose prevedono anche spazi ludici come accade la prima domenica di Agosto a Perito e Valle Cilento.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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