San Michele Arcangelo tra Cilento, Vallo di Diano e Alburni

Il culto di San Michele è presente in modo abbastanza diffuso nel basso salernitano. Diversi centri si affidano alla sua protezione e, in molti casi, il culto è elevato all’interno di una grotta come da storica tradizione legata proprio alla figura dell’Arcangelo Michele.

Sul finire del V secolo il culto per l’Arcangelo conobbe una rapida espansione, tanto da interessare in breve tempo l’intera Europa. La diffusione della devozione pare debba ricondursi alla leggende che vuole l’Arcangelo apparso in una grotta che chiese di convertire al culto cristiano. Da qui partì la consuetudine di dedicare all’Arcangelo Michele le cavità naturali

La benevolenza a San Michele si spinge in tutto il territorio ora ascritto come Cilento, nel Vallo di Diano e alle pendici degli Alburni, testimoniando una capillare presenza nell’antica Lucania. Maggio e Settembre custodiscono le date della ricorrenza: l’8 e il 29; in alcuni casi subiscono lievi variazioni secondo usanze locali, come accade a Rutino, dove si posticipa alla seconda domenica di Maggio.

Ecco il mio breve viaggio tra i luoghi ‘Micheliani’ in questa terra.

Acquavella (Casal Velino). La Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo è situata nel cuore dell’abitato. La festività rappresenta un momento importante per l’intera comunità che, mostra grande devozione anche verso la Madonna delle Grazie.

Bellosguardo. Risalgono alla fine del 1500 le prime notizie che testimoniano le architetture della Chiesa di San Michele: la festività patronale è l’evento più significativo per la comunità.

Caselle in Pittari. Il complesso carsico consacrato all’Arcangelo Michele è raggiungibile attraverso un piccolo sentiero. Sul versante meridionale del Monte che, proprio da San Michele trae il nome, si sviluppano due grotte consacrate all’Arcangelo; rappresentano una delle emergenze storico-naturalistiche più importanti del paese.

Laureana Cilento. Legata all’omonimo Convento, la Chiesa di San Michele Arcangelo per un lungo periodo ha costituito la parrocchia di Laureana, fino a quando fu edificata l’odierna chiesa dedicata a Santa Maria del Paradiso. In origine la Chiesa era situata a qualche centinaio di metri dal Convento e restò in piena attività fino agli inizi del 1500, quando entrò in una fase di rapido declino.

Pertosa. Ben note sono le grotte di Pertosa ma non tutti sanno che ricordano proprio l’Arcangelo Michele e per tale motivo sono anche dette ‘Grotte dell’Angelo’. All’ingresso trova spazio una piccola edicola votiva che conferma la devozione verso l’Arcangelo.

Poderia (Celle di Bulgheria). La cappella di San Michele risale alla seconda meta del 1700. Il campanile a cipolla, che in apparenza richiama lo stile basiliano, è in realtà postumo rispetto al corpo della chiesa.

Rutino. È la seconda Domenica di Maggio, quando il piccolo centro cilentano diventa attrattore per numerosi fedeli e visitatori che, da secoli, affollano la piazza per assistere al ‘duello tra il bene e il male’ in cui, l’Arcangelo Michele trionfa e pone sotto la sua protezione il popolo. La ‘Sacra Rappresentazione’ che si svolge a Rutino, è la più importante del territorio; il ‘Volo dell’Angelo’ si articola in due momenti intervallati dalla caratteristica processione che attraversa le vie dell’abitato.

Sala Consilina. L’8 Maggio, la statua di San Michele, in devoto pellegrinaggio raggiunge il Santuario situato a monte dell’abitato, dove rimarrà dalla tarda primavera e per tutta la stagione estiva. Diversi i rituali e le tradizioni che si susseguono fino a Settembre, quando con solennità si svolgono i festeggiamenti che coinvolgono l’intera cittadina.

Sant’Angelo a Fasanella. In località San Michele si trova la grotta consacrata all’Arcangelo, sede di un imponente Santuario rupestre, da sempre meta attrattiva sia d’interesse religioso sia storico-archeologico. La cavità ha una storia antichissima, abitata fin dall’epoca preistorica e, in un primo momento, adibita a rifugio. In seguito il sito è  diventato un luogo di culto originando un affascinante ‘Santuario rupestre’ consacrato a San Michele Arcangelo.

Terradura (Ascea). Compatrono del paese, insieme a Santa Sofia, ha da sempre rappresentato un momento di profonda religiosità per gli abitanti della più piccola frazione collinare di Ascea. Al centro dell’abitato si trova la sua chiesa.

Valle dell’Angelo. Particolare e suggestiva è la storia dell’Arcangelo Michele a Valle: qui è la leggenda a dominare. La grotta si trova in località Costa della Salvia. Secondo la tradizione, un gruppo di pastori rimase bloccato nella grotta per via delle sfavorevoli condizioni climatiche. Altra versione attribuisce l’accaduto ad una pastorella del paese. In entrambi i casi il fine è lieto poiché l’intercessione di San Michele pone a riparo i malcapitati. Almeno a partire dal 1600 nella grotta dell’Ausinito è stata custodita una statua di San Michele che accoglieva i pellegrini. A periodi alterni, la grotta è stata meta di numerosi fedeli che raggiungevano il ‘piccolo santuario’ tramite un faticoso sentiero. Una prima fase di declino si ha nella seconda metà del 1600, probabilmente dovuto al furto della statua, negli stessi anni in cui una nota epidemia di peste colpì il territorio. L’evento fu complice di un primo graduale abbandono del sito. A metà del secolo successivo, invece, la riconoscenza del popolo ripristinò nuovamente il culto per l’Arcangelo e nell’800 fu donata una nuova statua. In devoto pellegrinaggio dal paese si trasportava l’immagine del Santo, percorrendo l’impervio percorso che permetteva l’accesso. Ora la grotta era raggiungibile attraversando l’antico ponte e imbattendosi lungo i pendii della montagna. La ripresa del culto si rivelò un buon tentativo per il ripristino totale della festività; tuttavia, agli inizi del 900, ancora una volta la sopravvivenza della tradizione è messa a rischio. L’ondata migratoria riduce il paese a poche centinaia di abitanti, rendendo l’afflusso alla grotta sempre meno consistente. Ad oggi, la grotta di San Michele è sempre meno visitata, ma la buona volontà del popolo, cerca di preservare il luogo, mantenendo viva la tradizione e conservando le memorie delle origini.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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