San Giovanni e i fichi, un legame antico nella cultura del Cilento popolare

San Giovanni Battista sia nella ricorrenza di giugno sia in quella di agosto, è caratterizzato da antiche tradizioni. Nella ricorrenza del 29, in particolare, custodisce un legame popolare con la coltura dei fichi.

I fichi del Cilento

I fichi nel paesaggio agrario del Cilento, sono presenti ormai da millenni, grazie all’introduzione nelle colture locali da parte dei primi coloni greci e dei monaci che ne diffusero la produzione. Non di rado compaiono nella letteratura fin dai tempi più antichi. E sempre nei secoli passati già è possibile trovare la tipica lavorazione che mantiene immutata la stessa tradizione. Essiccati subiscono un lento processo che, oggi, li rende noti e apprezzati in tutto il mondo. Nei campi, il fico ‘Dottato’ rappresenta la varietà più diffusa. Tuttavia numerose sono le altre varietà presenti nelle nostre terre. Si caratterizzano per il loro gusto estremamente dolce. Il ‘fico di San Giovanni’, ancora presente ma secondario nella notorietà e nell’utilizzo in Cilento, si differenzia dalle altre varietà per non essere mieloso, pur conservando la consueta dolcezza.

i fichi del Cilento
fichi del Cilento (foto Giuseppe Conte)

San Giovanni e i fichi

La piena maturazione ha inizio sul finire di agosto e si protrae per tutto il mese successivo, sebbene alcune varietà hanno tempi di produzione diversi. Popolarmente, il 29 agosto, quando si celebra e si ricorda il martirio del ‘Battista’, la ricorrenza ad Ostigliano è nota come ‘San Giuanni re le fico‘, mentre in giugno ‘San Giuanni re le murtedde‘. Oggi, diverse località, limitano la ricorrenza al mese di giugno, soffocando in parte le antiche tradizioni. L’accostamento dei fichi al Battista non è casuale. Non si lega solo a ragioni spazio-temporali. Fino alla metà del ‘900 ultimo scorso, costituiva un tassello importante dell’economia locale. Motore trainante del sostentamento di molte famiglie. Il tessuto sociale presente nel Cilento nei decenni passati, spesso faceva leva proprio sulla produzione dei fichi, non solo in termini economici ma anche per il fabbisogno nutritivo. Si affiancava ai pasti principali e, talvolta, li sostituiva completamente.

San Giovanni, Ostigliano
San Giovanni Battista (foto Giuseppe Conte)

San Giovanni nel Cilento: i luoghi

Nel Cilento e, più precisamente, nei confini della Diocesi di Vallo della Lucania, il Battista è patrono di numerose comunità. Partendo dall’entroterra è a protezione di diverse località come Villa Littorio, Castel San Lorenzo, Eredita, Mandia, Ostigliano e Cardile. Numerose tracce del culto sono evidenti nel perimetro del Cilento Antico. A Stella Cilento, la frazione San Giovanni ne porta il nome oltre ad eleggerlo a patrono. Tra le colline di Montecorice, alla frazione Zoppi, i resti di una antica chiesetta ne conservano memoria. In passato, il paese era anche noto proprio come ‘San Giovanni di Zoppi’ e poi ‘San Giovanni di Celsito’. Sulla via che collega Celso con Casal Velino, si trova la piccola chiesa consacrata al Battista, riconosciuta nella popolarità come ‘San Giovanni Piericoste’. Infine, ricordiamo la chiesa di San Giovanni a Tresino. È quello che rimane di un antico villaggio, spopolatosi negli ultimi secoli.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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