Quando San Francesco parlò ai pesci… la leggenda dello scoglio sulle coste del Cilento

Francesco, nasce ad Assisi tra il 1181 e il 1182, morirà nella stessa città nel 1226. Fondatore di un ordine mendicante, da cui preso il nome, per le sua umiltà passerà alla storia come il poverello di Assisi. La sua memoria si celebra il 4 ottobre: nel 1939, papa Pio XII, insieme a Santa Caterina da Siena, lo proclama ‘patrono d’Italia’.

Secondo la tradizione, San Francesco parlò alle creature del cielo e del mare, agli uccelli ed ai pesci e lo fece nei pressi dell’abitato di Agropoli da uno scoglio che oggi ne porta il nome. Su di esso sorge una croce a perenne memoria. Sempre secondo la tradizione, pare che il mare in tempesta, nonostante la sua impetuosa potenza, mai supera con le onde questo scoglio. Sulla terraferma, invece, si trova il luogo dove è esistito il convento che, pare essere stato fondato dallo stesso frate e, da dove, lo sguardo spazia sulle acque del mare in cui il Santo di Assisi portò la sua voce.

Innumerevoli i miracoli che la devozione popolare attribuisce alla sua figura; fu l’ideatore del presepe.

A San Francesco è associata una delle opere più note al mondo, composta nel XII secolo in volgare umbro: è ‘Il cantico delle creature’ o ‘Il Cantico di Frate Sole’.

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature,
petialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor Aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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