San Biagio nel Cilento, i luoghi e l’imposizione delle candele

San Biagio fu Vescovo di Sebaste d’Armenia, città in cui visse e dove seminò il suo operato fino al martirio. È considerato protettore della gola, poiché, secondo la tradizione, salvò un fanciullo da morte certa. Il malcapitato aveva ingerito una lisca di pesce. San Biagio soccorre il bambino intervenendo con la sola imposizione delle mani salvandogli la vita (ecco perché, nell’iconografia, viene spesso rappresentato affiancato da un fanciullo, oltre ai simboli classici del Vescovo: la mitra e il pastorale e, non di rado, recante le candele benedicenti). Oggi, nel simulare l’evento e porre sotto la protezione del Santo i fedeli, in occasione della ricorrenza il prete incrocia due candele sulla gola. Non di rado, per assicurare la protezione anche ai non presenti, durante la celebrazione viene benedetto ‘l’olio’ che sarà portato a casa e servirà da amuleto a tutta la famiglia.

I LUOGHI. Nel Cilento il culto di San Biagio ricopre un ruolo non marginale nel panorama cristiano, pur essendo talvolta secondario nelle titolazioni parrocchiali. Considerando l’intero basso salernitano, un tempo sotto la giurisdizione dell’antica Diocesi di Capaccio (poi scisso tra Vallo della Lucania e Teggiano-Policastro), diverse sono le comunità che ricordano con solennità San Biagio; quasi tutte le parrocchie, invece, in occasione della ricorrenza, durante la Santa Messa offrono l’unzione della gola.

Delle sei parrocchie esistite a Laurino, quella di San Biagio è tra le più antiche: ‘Santu Jasi’ nell’onomastica popolare. A Matonti (Laureana Cilento), Montecorice e San Biase (Ceraso) l’intitolazione della parrocchia corrisponde alla festività patronale; nell’ultimo, come evidente, il culto è radicato anche nella toponomastica: il paese ne ha assunto il nome, probabilmente con un derivato di una antica variante onomastica. Anche ad Ottati, centro posto alle pendici degli Alburni e ricompreso nella Diocesi di Teggiano, San Biagio vanta il titolo parrocchiale e di patrono. Sempre in quest’ultima diocesi, si trova il piccolo centro di Sicilì (Morigerati): qui il patrono San Biagio si festeggia non solo a febbraio ma anche nel mese di maggio. Prima di ritornare nel cuore del Cilento, citiamo una piccola chiesetta situata appena fuori dall’abitato di Eremiti (Futani): anch’essa è dedicata al Vescovo di Sebaste. Avvicinandoci al perimetro del Cilento Antico, invece, non possiamo non far tappa a Casal Velino per la festività patronale, molto sentita dagli abitanti del posto e dei paesi vicini. In occasione della ricorrenza San Biagio dalla sua cappella fa ingresso nella parrocchiale di Santa Maria Assunta per accogliere i numerosi devoti. Ed infine, concludiamo con Omignano: anche qui, ancora una volta, il culto è molto sentito e i festeggiamenti culminano con la tradizionale processione e la benedizione della gola.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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