RUTINO SCALO. Nel ‘Rione Stazione‘ Sant’Anna e San Gioacchino escono in processione l’ultima domenica di luglio. In pochi altri posti del Cilento la storia ha mantenuto viva una tradizione nonostante il forte ridimensionamento demografico. In molti hanno dovuto lasciare questo borgo sorto nella vallata. La linea ferrata, che ha fatto ben sperare tra la fine dell’800 e per tutto il ‘900, rimane qui, a rimembrare il vicino passato…
Rutino Scalo: un sogno dall’alba al tramonto
La Stazione di Rutino fu inaugurata nel 1887. Rimase in attività fino alla vigilia degli anni ‘60 del secolo successivo, quando venne abbattuta per costruire il secondo binario. Una ‘nuova Stazione’ trovò posto più a Nord, fuori dall’indotto urbano e sociale che intanto si era creato intorno allo Scalo. Nello spiazzo antistante aveva preso vita quello che sarà per i cilentani Rutino Scalo. Pur non riuscendo a diventare ‘paese’, la comunità per certi aspetti era autonoma: le derrate alimentari erano garantite da un emporio. Con l’edificazione della cappella dedicata ai Santi Anna e Gioacchino, si celebrava messa e i bambini possono frequentare il catechismo. Dietro alla chiesa due aule sono destinate alla scuola elementare. Quasi un sogno ma il tutto svanisce nel giro di pochi anni. Alla fine degli anni ‘80 del scolo scorso, chiude la scuola. Dieci anni dopo la stazione e di li a poco anche l’unico negozio.
La Festa di Sant’Anna
Oggi arrivando nel ‘Rione Stazione’ – Rutino Scalo – si respira un’aria serena, decisamente diversa dal secolo scorso. Ad accoglierci è la tranquillità e la quiete, i vocii di un tempo si sono attenuati. Però c’è chi resiste e nonostante tutto qui ci vuole stare! La chiesetta di Sant’Anna e San Gioacchino è lì al centro della piazza. A fine luglio i rintocchi della campana annunciano la festa.

L’ultima domenica del mese, al calar della sera la processione attraversa l’unica via del borgo e sale sulla collina fino all’innesto sulla SS18. In tempi non molto lontani l’odore denso del ragù riempie ogni angolo. Si indossa l’abito, quello buono, la banda che suona. Si ferma chi lavora. È giorno di festa. La pizza aroce campeggia sulle tavole. Poi tutti in processione, a rispettare quella tradizione voluta da chi, nella Stazione di Rutino vide uno spiraglio su cui riporre sogni e speranze…