Rutino, la festa di Sant’Anna nella storia del ‘900

Nel ‘Rione Stazione’ Sant’Anna e San Gioacchino escono in processione la domenica successiva al 26 luglio; in pochi altri posti del Cilento la storia ha mantenuto viva una tradizione sfuggita alla modernità, laddove l’economia locale ha tentato il decollo con la linea ferrata, nonostante le poche risorse della terra…

LA STAZIONE DI RUTINO. Situata nella parte bassa della collina del piccolo centro da cui trae il nome, è una delle due fermate esistite nel perimetro del ‘Cilento Antico’ insieme allo Scalo della vicina Torchiara. Fin dalla sua apertura, ha permesso alle popolazioni dei centri vicini, più facili collegamenti con i grandi centri della zona e del resto d’Italia. Distante dal centro abitato di Rutino, qui facevano riferimento anche i vicini paesi di Lustra, Perito ed Ostigliano. La ‘moderna statale’ scorreva a poca distanza e ben presto lo scalo divenne punto di riferimento: nacque una piccola borgata, abbastanza animata. Col tempo vi sorse un emporio, la scuola e la chiesetta di Sant’Anna. Negli anni ’90 del secolo scorso la stazione è stata soppressa. Oggi nel ‘rione Stazione’ abitano poche famiglie ma l’ultima domenica di luglio ancora si celebra la festività di Sant’Anna...”

Viaggiatori viandanti…‘ Eh si… Volendo riassumere è proprio così; ma di storia da raccontare questo posto ne ha tanta. Il fischio del treno nella stretta vallata è schietto: le due gallerie che la separano da Torchiara ed Omignano sono lì, quest’ultima trapassa la collina subito dopo il ponte, appena lasciato l’abitato. La stazione, invece, è oltre la borgata. Ora è chiusa, qui il treno, dagli ultimi anni dal secolo scorso, non effettua più la sua fermata ma il rumore stridente delle ruote sulle rotaie beh, non si può evitare e così, ogni treno che passa ci ricorda che in questo luogo un tempo c’era un via vai di passeggeri. Nel “Rione stazione” esisteva la ‘putea’, e anni prima anche la scuola: c’è chi ha memoria di solo pluriclassi ma di tanti bambini. Il paese era animato fin dalle prime ore del mattino. Viaggiatori, spesso viandanti, raggiungevano la fermata a piedi. Sulla statale e fino in paese non di rado i contadini portavano a vendere i prodotti della terra: ricordo in modo abbastanza nitido i peperoncini intrecciati, l’origano, il profumo denso di una storia che, seppur recente, ha fatto sperare le genti locali in un futuro migliore. La linea ferrata e la stazione a Rutino, sono stati occasione di sviluppo e, pur se durata poco, hanno fatto la storia di questo posto.

La festa: Sant’Anna e San Gioacchino. Oggi arrivando nel ‘Rione Stazione’ – Rutino Scalo – si respira un’aria serena, decisamente diversa dal secolo scorso; ad accoglierci è la tranquillità e la quiete, i vocii di un tempo si sono attenuati. Però la chiesetta di Sant’Anna e San Gioacchino è lì al centro della piazza. A fine luglio i rintocchi della campana annunciano la festa. La novena precede il giorno della ricorrenza. La domenica seguente al 26 luglio (la ricorrenza è posticipata per permettere a più persone di prendervi parte), al calar della sera la processione attraversa le poche vie del borgo. La ricorrenza è partecipata non solo dalla comunità locale e dalle genti che popolano le contrade circostanti; numerosi emigrati fanno rientro per l’occasione. Gli ex voto e la grande partecipazione, testimoniano l’attaccamento ad una terra che un tempo fu felice di rincorrere con pazienza lo sviluppo e la modernità attraverso il fischio di un treno…

Pubblicato da Giuseppe Conte

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