Ostigliano nella seconda metà del XX secolo, tappe storiche nella documentazione ‘scritta’ e in quella ‘popolare’

Inquadramento spazio-temporale. In questo breve percorso argomenterò limitatamente al cinquantennio compreso tra il 1950 e il 1999, poiché, il prima (1900-1949 gli anni delle grandi guerre, si sarebbe tradotto in un ‘conteggio’ di lettere provenienti ‘dal fronte’ o dai Paesi ‘meta’ degli emigranti non riconducibili alla documentazione pubblica) e il dopo (2000-ad oggi gli anni della crisi del testo scritto e soprattutto gli anni ‘social’) raccontano una storia già nota.Esaminando l’intero secolo alcuni elmenti avrebbero predominato impedendo un equilibrio d’indagine tra la sfera politico-sociale e quella storico-culturale. Il lavoro che vi presento, dunque, è variegato ed è raccolto in alcune fugaci tappe, null’altro che ricordi recisi da menti e documenti.

ANNI ’50: tra ‘festività patronali’ e ‘fichi’

ostiglianoIL COMITATO… RINGRAZIA”. Il 1900 ha da poco compiuto il giro di boa, quando in occasione della festività di Sant’Antonio di Padova, a cui il paese è particolarmente devoto, il comitato realizza l’immaginetta recante sul retro la scritta ‘Il Comitato della festa per l’anno 1954 ringrazia tutti coloro che offrono per un buon svolgimento di detta festa‘ – IL COMITATO – Ostigliano (Salerno)1954.

fichiFICHI E CANESTRI…”. I fichi appartengono al Cilento da sempre. A cavallo tra le due guerre, l’intermittenza dell’emigrazione spinge verso un progetto di produttività più efficace. Agli inizi della seconda metà del secolo si raggiunge l’apice della produzione. Ostigliano si distingue anche per l’abilità dei suoiFichi secchi artigiani che, con l’intreccio di giunchi realizzano ‘cesti e canestri’ e, le stesse ‘grate’ che serviranno per far essiccare i fichi. Ne raccontano le cronache dell’epoca e, talvolta, gli scritti moderni che ne riscoprono la storia. Siamo negli anni ’60 quando si raccolgono gli ultimi frutti destinati alla vendita.

ANNI ’60: si annunciano cantieri

UN SOFFIO DI CIVILTA’…”. Nella seduta del 2 maggio 1966 alla Camera, il deputato Francesco Cacciatore chiede al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri di competenza “Per conoscere se ritengono, nei limiti della rispettiva competenza, necessario ed urgente, per portare un soffio di civiltà ad Ostigliano del Comune di Perito (Salerno)”. Si poneva all’attenzione, in particolare, l’ampliamento del cimitero, la ricostruzione del muro di cinta e la sistemazione della strada di accesso; la costruzione di una scuola; l’incanalamento delle acque; la costruzione della fognatura e della rete idrica; adeguare il voltaggio dell’elettricità.

LA FRANA DEL 1962”. Il movimento franoso che incombeva da tempo si tradusse in realtà. Significativi i danni, tanto da mettere in conto, da parte dello Stato, fondi per i cittadini oltre alla costruzione di 9 alloggi.

ANNI ’70: a rischio le tradizioni, si spegne la speranza

San Giovanni Battista, OstiglianoA SPASSO NEL TEMPO… TRADIZIONI PERDUTE.” San Giovanni e le lanterne. Il 23 giugno, vigilia della ricorrenza patronale, la processione con la reliquia era accompagnata da “24 lanterne”. Le lampade ad olio aprivano il corteo processionale, simboleggiavano le ore del giorno e la data della festività; un rito assai antico legato alla tradizione contadina. Si estingue completamente entro la fine del decennio.

POSTE E TELECOMUNICAZIONI”, “SALI E TABACCHI”: LA PRESENZA DELLO STATO. Quasi 1000 abitanti negli anni di maggiore incremento demografico. Le attività commerciali si riducono ad alcuni esercizi dediti alla vendita alimentare e frantoi; la presenza dello stato, invece, è limitata all’ufficio postale, il tabacchino, un presidio sanitario (medico) e la scuola.

ANNI ’80: tra cartoline e ‘rappresentazioni’

cartolina-ostiglianoSALUTI DA…”. È degli anni ’80 la cartolina postale che ritrae il paese con una vista panoramica, la ‘Via Olmo’ nella parte alta (Casaletto), via Piedicasale (ora via D. Mastrogiovanni) nella parte bassa e, ‘Via San Rocco’, anello di congiunzione tra i due rioni.

A SCUOLA…”. Fin dagli inizi del decennio il nuovo edificio scolastico ospita sia la scuola materna sia la cara ex scuola elementare. Ad anni alterni, monoclassi e pluriclassi si alternano nelle aule. In occasione del Natale e delle ricorrenze principali si organizzano piccole rappresentazioni teatrali, e si realizzano ‘manufatti’ da ricordare!

Diga AlentoUN PAESE SULL’ALENTO”. A cavallo tra gli ultimi due decenni del secolo (1980/90), prende forma un grande progetto: è la diga sull’Alento, ottenuta sbarrando il corso del ‘nobile fiume’ – come lo descrive Cicerone – all’altezza della località Piano della Rocca. La collina sulla quale sorge Ostigliano, dunque, fa da sponda al nuovo invaso. Ecco nuovi scenari, ecco nuovi panorami.

ANNI ’90: benvenuti ad Ostigliano

IL CALO DEMOGRAFICO”. Si riducono significativamente i circa 1000 abitanti censiti un ventennio prima. Chiude l’ultimo frantoio. L’ufficio postale rimane (chiuderà i battenti nei primi lustri del nuovo secolo).

'Vasci, portuni e pertose' - OstiglianoNASCE “VASCI PORTUNI E PERTOSE…”. È istituita la pro-loco che si cela nell’associazione ‘Vasci, portuni e pertose’, darà vita ad una sagra di paese ed alcuni piccoli eventi nel corso dell’anno.

IL CULTO DI SAN VITO: IL RITORNO SULLA SCENA…”. Se negli anni ’70 scompare una tradizione, nei primi anni ’90 ne viene riscoperta un’altra. É ripreso il culto di San Vito: al mattino la processione dalla chiesa madre raggiunge l’omonima località: è istituita la vecchia fiera.

 

Pubblicato da Giuseppe Conte

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