Omignano, ‘La ricerca etnolinguistica di Gerhard Rohlfs’ (12 agosto 2017)

Il Comune di Omignano ha organizzato un interessante appuntamento culturale: ‘La ricerca etnolinguistica di Gerhard Rohlfs‘.

‘La ricerca etnolinguistica di Gerhard Rohlfs’ con la Dott. ssa Umanta Serrapede e con la partecipazione del Prof. Fernando la Greca rappresenta una pagina importante per la storia linguistica e culturale del Cilento. L’evento, previsto per il 12 agosto 2017, alle ore 20:30 è, dunque, una ottima occasione per ricordare le memorie di questa terra, in questo caso attraverso ‘… l’inchiesta, con immagini e disegni, condotta negli anni 1924 e 1930 da una equipe di studiosi tedeschi‘ (nel Cilento).

Il lavoro compiuto da Rohlfs in Cilento, rappresenta ad oggi, uno strumento indispensabile per l’indagine linguistica sul territorio. Approfitto per ricordare tramite alcune mie righe, qualche nota sulla produzione scritta del dialetto locale:

Se gli studi sul dialetto cilentano hanno una data di inizio, essa necessariamente va a coincidere con la stesura della lettera di Federico Piantieri ‘Del Cilento e del suo dialetto’ indirizzata ad Ernesto Palumbo officiale della Biblioteca Nazionale di Napoli. Porre lo scritto di Piantieri come il primo lavoro “su carta” circa il dialetto cilentano è assolutamente accettabile da un punto di vista cronologico (1869); più discutibile è invece la posizione che dobbiamo assumere se ci appelliamo ad un punto di vista strettamente “grammaticale”. La lettera del Piantieri, da questa angolazione, risulta abbastanza scarna; bisogna però sottolineare, a tal proposito, e scagliando una freccia a suo favore, che lo sforzo dello studioso è notevole, se si pensa che all’epoca non vi era alcuna bibliografia da cui attingere, e inoltre, è lo stesso autore a precisare che questo suo lavoro non è altro che uno scritterello intorno al dialetto del Cilento. Grammaticalmente parlando, invece, dobbiamo aspettare gli anni ‘30 del ‘900 per avere un’adeguata produzione scritta, che sarà poi alla base dei futuri studi su questa nobile parlata: 1932, lo studioso americano Lewis Amadeus Ondis, da alla luce uno scritto (in origine) in lingua inglese, il quale, solo un cinquantennio dopo verrà tradotto in italiano. Sembra quasi assurdo che lo studio del cilentano, in modo più o meno dettagliato, sia stato eseguito per la prima volta da qualcuno di oltreoceano. Ondis accentra la sua attenzione sulla fonologia; 1937, ancora uno straniero compie studi sul dialetto cilentano: il grande glottologo tedesco Gerard Rohlfs, da vita ad uno originale articolo-glossario sulla terminologia cilentana. Il lavoro rolfiano nasce come risposta-reazione alla posizione assunta da Ondis nella sua fonologia, seppur non apertamente contrastando i suoi studi. Nei lustri che seguono tale periodo la produzione scritta che annota caratteristiche del dialetto cilentano si intensifica e fino a tempi recenti continuano ad avvicendarsi diversi contributi, utili al tramando ed alla salvaguardia di ‘questa parlata’. Una parlata ricca e variegata, quella che io amo definire un ‘sistema linguistico complesso’ nell’accezione di un ‘sistema di più parlate’ che convivono all’interno dello stesso territorio (ognuna con le sue peculiarità), unificate e accomunate, forse solo dell’unico identificativo ‘dialetto cilentano’, un idioma che in realtà potrebbe definirsi una vera e propria lingua, la ‘Lingua cilentana’.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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