Novi Velia, chiude la stagione dei pellegrinaggi al Santuario

Da sempre i pellegrini percorrono lo storico sentiero gradinato che conduce alla sommità della montagna. Nonostante la modernità, sono molte le ‘compagnie’ di pellegrini che si incamminano verso il Santuario partendo dall’abitato di Novi Velia. Dall’ultima domenica di maggio fino alla seconda di ottobre, tantissimi fedeli giungono sul Monte Gelbison per affidarsi alla benevolenza della Madonna. Qui è detta ‘bruna’ per il colore della sua pelle. Qui da secoli concede la sua protezione…

Madonna del Sacro Monte

La Madonna di Novi Velia

Quando si parla della Vergine Maria in Cilento inevitabilmente si pensa alla Madonna del Sacro Monte. Popolarmente si riconosce nella Madonna di Novi Velia. Il nome è dovuto al territorio in cui si trova il santuario. E il paese è l’ultimo abitato che si incontra prima di giungere sulla montagna. Meno frequente è l’accostamento al Monte Gelbison. Per i cilentani e per i tantissimi fedeli, quella montagna è semplicemente il Monte Sacro. E non a caso, per eccellenza, qui la Vergine Maria è chiamata Madonna del Sacro Monte. Una miriade di appellativi che non turbano in alcun modo la devozione. È solo l’intreccio di un linguaggio popolare. Tutti segni di una devozione antica. Secoli di storia da assaporare. Eppure è difficile esprimere la magna devozione che si respira nel solo pronunciar quel nome. Sarebbe impensabile parlare della Madonna in queste terre, senza volgere lo sguardo lassù, in cima alla montagna.

Storie di leggende e pellegrini

Fino alla metà del XX secolo, gran parte delle compagnie raggiungeva al Santuario partendo a piedi dai propri paesi. Lungo il percorso le soste erano animate dai canti tradizionali. La ‘centa’ e lo ‘stendardo’ restituiscono identità alla genti. Con immensa devozione e con orgoglio si mostrava la propria provenienza. Oggi ci si limita largamente a raggiungere il Santuario a piedi, generalmente dall’abitato di Novi Velia. Storicamente, invece, chi proveniva dalle Calabrie, raggiungeva la vetta dal lato opposto. Un cumulo di pietre indica che la meta è vicina. Si prosegue sull’ultimo tratto. All’estremità del piazzale si scorge un grande masso: è la ‘ciampa di cavallo’. Si racconta che due cavalieri giunsero sul monte. Uno entrò in chiesa, l’altro rimase all’esterno. Il cavallo di quest’ultimo all’improvviso si imbizzarrì e intraprese una folle corsa. Allora il fantino implorò l’intervento della Madonna. Proprio quando l’animale stava precipitando nel vuoto si fermò su quella roccia.

Santuario di Novi Velia

Un’immagine degli anni ‘30 del secolo scorso

Su una guida degli anni ‘30 del secolo scorso appare una bella immagine del Santuario. Una panoramica che mostra così come appariva il complesso in quegli anni. A margine, a proposito di Vallo della Lucania si legge Quello che viene considerato come il capoluogo del Cilento, trovasi anch’esso su la Via Tirrena Inferiore, nel tratto fra Pesto e Policastro. Esso è celebre come punto di partenza per il selvoso M. Sacro (m. 1705), ove sorge il Santuario della Madonna di Novi Velia, dalle origini leggendarie, meta di pellegrinaggi da tutta l’Italia Meridionale. Dalle terrazze si gode uno dei più vasti e incantevoli panorami dell’Italia. È fuori da ogni dubbio che questo luogo sia sempre stato ‘terra di Maria’ per eccellenza. Ed è evidente come il fascino del posto abbia sempre incantato i visitatori che da qui, puntano lo sguardo sulla bellezza del Cilento e dell’Antica Lucania.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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