Mandia, la ‘Madonna del Principio’

Con la Vergine del Principio, anche quest’anno si conlude il mio viaggio fra storia e leggenda, raccontando le ‘Madonne di Pasqua’ nell’odierno Cilento.

MANDIA (ASCEA, SA), 20-05-2018. Nella quasi totalità dei casi, le cappelle mariane costruite in luoghi isolati o comunque fuori dal perimetro urbano, legano la loro esistenza alla tradizione popolare che, spesso si imbatte nella tipica leggenda dell’apparizione della Vergine. Tuttavia, mentre l’origine leggendaria riesce a trovare una plausibile ‘collocazione temporale’, più complicato è restituire una datazione accettabile da un punto di vista storico. Il caso di Mandia, come diversi altri, rimane nell’incertezza: la cappella del Principio può essere sorta in occasione di importanti calamità come una epidemia oppure per particolari siccità; ciò non ci fornisce alcuna datazione ma è possibile ipotizzare l’edificazione della chiesetta intorno al 1600.

Il nome, invece, potrebbe indicare la ‘rinascita’ o la ‘partenza’: da qui, infatti, secondo la tradizione partivano anche i pellegrinaggi verso il Santuario del Monte Gelbison e in questo luogo si poteva identificare come ‘l’inizio e la fine’ del cammino con ‘Maria Madre Celeste’. Inoltre, la stessa ricorrenza, si dipana in due occasione sempre di martedì: quello dopo Pasqua e quello dopo la Pentecoste (quest’ultimo, quest’anno ricade il 22 maggio 2018).

La cappella è un piccolo edificio immerso nella vegetazione circostante e, agli occhi del visitatore, restituisce una immagine sobria e semplice. All’interno è custodita l’icona della Madonna: Vergine in trono con Bambinello. La tipologia suggerisce le classiche ‘Madonne di Pietra’ presenti in tutto il Cilento: sono ricavate con materiali poveri come pietra e malta e dipinte a colori vivaci; era modellata direttamente nella nicchia al fine di ‘legarla’ metaforicamente e materialmente al territorio ove avrebbe elevato la sua protezione.

 

 

Pubblicato da Giuseppe Conte

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