LAURINO (SA), 19-05-2018. Dalla seconda metà del 1800 Sant’Elena riposa nella sua teca di cristallo custodita nella Collegiata di Santa Maria Maggiore. Per ragioni storiche, le spoglie della giovane anacoreta, sono state lontane diversi secoli dalla sua Laurino ma la devozione popolare non si è mai interrotta e giunge ad oggi conservando viva e accesa la fede. Ne è testimonianza non solo la ricorrenza che assume notevole valenza in più occasioni durante l’anno ma anche la presenza di diversi altari elevati alla sua memoria fra le mura della città e nei suoi dintorni, ove la romitella visse la sua breve esistenza terrena. Tra le diverse leggende che ne spiegano il significato, una di esse racconta che, in ogni luogo dove Elena aveva lasciato il segno, fu elevato un luogo di culto, a partire dalla casa natale, che oggi costituisce la cappella urbana dedicata alla a Sant’Elena.
La vita: fede, leggende, miracoli e tradizione. Secondo la tradizione, Elena nasce a Laurino nella prima metà del VI sec.; analisi più recenti, invece, ricollocano la data a cavallo fra l’VIII e il IX sec. Quel che è certo è che, la fanciulla, cessò la sua vita terrena in tenera età: pare che a soli 21 anni salì al cielo ponendo fine ad una vita di sacrifici, vissuta con assoluta umiltà. Sempre secondo la tradizione, visse in una grotta fuori dall’abitato dopo essersi allontanata dalla famiglia che non condivideva le sue scelte e qui, si dedicò alla preghiera vivendo in assoluto eremitaggio: proprio in questo luogo, situato nella località Pruno, furono rinvenuti i suoi resti. Elena si rese protagonista di leggende e miracoli prima e dopo la salita al cielo; dedita all’amore, si racconta che, un giorno prese del pane nascondendolo nel grembiule, per donarlo ai poveri; il padre chiese alla giovane di svuotarlo e subito ne uscirono delle rose. Ed è forse il ‘miracolo delle rose’ a confermare l’immensa benevolenza della piccola anacoreta.
La ricorrenza. La grotta di Pruno, oggi adibita a luogo di culto, è meta di pellegrinaggio il 29 giugno, mentre, in paese, i fedeli portano in processione Sant’Elena il 22 maggio e il 18 agosto. Particolarmente significativa è la ricorrenza primaverile, nota come ‘Sant’Elena di Maggio’ a cui si lega ‘la leggenda dei buoi’ e, in attesa della quale si accendono le ‘fanoje’.
La festa di Maggio. In questa occasione, un carro trainato da buoi porta in processione l’urna contenente le reliquie della Santa. Il rituale calca l’antica leggenda, secondo la quale, al ritrovamento del suo corpo, più paesi ne rivendicarono la proprietà. La risoluzione della contesa fu affidata ad un carro di buoi. Gli animali si misero in marcia e si diressero verso Laurino, confermando la volontà della giovane di dimorare nella sua città. La ricorrenza di maggio, dunque, ha un profondo significato e rappresenta uno degli appuntamenti religiosi più importanti del territorio. Special modo in passato, fin dalle domeniche precedenti, ogni rione allestiva la sua ‘fanoja’ (un grande falò), consumando la ‘pira’ di legna donata dagli abitanti del quartiere.
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