La fine dell’anno ai confini del Cilento…

31 dicembre 2017. Il Cilento, anche quello più grande e sconfinato, è ai suoi estremi confini, prima di dar spazio agli Alburni: qui si trova Sacco, sulle profonde e meravigliose gole scavate dal Sammaro. Nella parte interna, invece, i ruderi del vecchio abitato. Nel nuovo centro, si trova la chiesa più grande della Diocesi di Vallo della Lucania: è intitolata a San Silvestro Papa. L’ingresso principale, che si affaccia sul corso del paese, da accesso ad un’ampia navata che si protrae fino all’altare maggiore, dietro al quale è posto uno spettacolare coro ligneo di pregevole fattura. Ai lati del corpo principale, non si esauriscono le meraviglie: due navate custodiscono altari sormontati da tele e sculture, inclusi in piccole cappelle con copertura a botte.

E si… Il 31 dicembre è la ricorrenza di San Silvestro: da qui la consuetudine di identificare le ultime ore dell’anno come ‘la notte di San Silvestro’ e, erroneamente, come Capodanno; quest’ultimo, in realtà, cade il giorno successivo: vale a direi il primo giorno ‘dell’anno nuovo’.

In Cilento come altrove, il vecchio cede il passo al nuovo e non senza riti e tradizioni. Le focare che generalmente si propongono a Natale, compaiono spesso anche nell’ultimo giorno dell’anno: con le sue ceneri vanno via i vissuti dell’anno appena trascorso e ci si augura – per convinzione – un inizio migliore. Anche la gastronomia rivendica la sua parte: le preparazioni culinarie si basano sui canoni della dieta mediterranea. Sebbene la costa sia particolarmente vocata alla tradizione marinara, soprattutto in passato la cena della vigilia e il pranzo del giorno, spaziavano sugli elementi di terra. Non mancavano gli insaccati e i formaggi, abbondavano le verdure e, in tempi più recenti, zampone e lenticchie… BUON INIZIO 2018!

Pubblicato da Giuseppe Conte

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