Giovedì Santo, i ‘Sepolcri’ del Cilento

Il Giovedì Santo può essere considerato come l’inizio e la fine: conclude la Quaresima e segna il primo giorno del Triduo Pasquale. Si allestisce il Sepolcro che accoglierà il Cristo: dopo la celebrazione, che ricorda l’Ultima Cena del Signore, l’altare è spogliato di ogni ornamento. In passato, in tal occasione, la chiesa veniva denudata letteralmente, a conferma di una magna devozione e di un profondo rispetto: le statue erano velate da un panno nero e il silenzio avvolgeva all’improvviso l’intera comunità. L’atmosfera luttuosa era denotata dal silenzio delle campane che, metaforicamente venivano legate in attesa della resurrezione di Gesù.

Per antica tradizione il mercoledì delle Ceneri si benedicono e mettono a dimora i chicchi di grano o legumi come fagioli e lenticchie, da cui nasceranno i germogli che adorneranno gli Altari fino alla resurrezione di Cristo. Il Giovedì Santo precede il Venerdì in cui si ricorda la ‘Passione di Cristo’: in questa occasione, fino al secolo scorso venivano organizzate le ‘cene dei poveri’, banchetti preparati per i meno fortunati, compiendo così, simbolicamente ma anche materialmente, la volontà di Gesù. Ciò accadeva in diversi centri dell’attuale Diocesi di Vallo della Lucania come a Magliano Vetere e Capizzo e in tante altre comunità.

 

Pubblicato da Giuseppe Conte

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