Il Cilento, storicamente appartenuto alla Lucania, ed oggi confinato nella parte sud della Campania, tra i monti e la costa, presenta nel suo dialetto diversi aspetti peculiari. In particolare, in alcuni centri della parte centro-meridionale dell’area oggi ascritta come Cilento, si nota l’influsso insulare di tipo siciliano. Ciò determina una diversità che si discosta notevolmente dai tratti tipici delle due regioni d’appartenenza: la Campania, dal punto di vista geografico e amministrativo, e la Basilicata dal punto di vista storico.
Se talune caratteristiche, rimarcano la riconducibilità ai dialetti meridionali estremi, come il siciliano e talvolta il calabrese o il salentino, alcune ‘regole linguistiche’ sono assimilabili alla terra madre (Campania e Antica Lucania). Il passaggio dalla doppia ‘ll’ del latino a ‘dd’, caratterizza l’intero Cilento, ed è considerabile un fenomeno generalizzato; tuttavia, in alcuni centri è adoperato in modo più ricorrente: il pronome ‘chiddu’ appartiene solo alla fascia del Cilento ‘oltre i confini storici’ (ad esempio a Rofrano, Alfano, ecc.), mentre è ‘chiro’ nella pre-fascia del Cilento Antico. ‘Addo’ (per gallo), invece, convive benissimo nell’intero territorio. Questi pochi esempi sono quasi sufficienti per capirne almeno superficialmente, le discordanze grammaticali, confermando un sistema linguistico-dialettale ben complesso nelle nostre terre ed estraniando in alcune caratteristiche grammaticali, una parte delle componenti dialettali di alcuni centri.
È vero, è quello che anche io ho cercato di rimarcare nel sito http://www.montanoantica.it, cercando di ricordare le origini, le tradizioni, i modi di dire, gli usi e costumi non solo di un paese del sud del Cilento, ma del nostro amato Cilento in generale.