Il Venerdì Santo non suonano le campane ma, alle pendici del Monte della Stella, le parrocchie sono un via vai: le congree si alternano per omaggiare il Sepolcro di Cristo. I confratelli hanno un ruolo preciso. La strofa è un lamento, un tormento pietoso volto alla pietà verso il Signore Gesù che ha subito la crudeltà della crocifissione. Così, da sempre, l’aria che si respira è carica di storia e devozione.
Le congree nel Cilento
Non è ben chiaro se le confraternite che in Cilento assumono il ruolo di ‘congree’, siano espressione degli stessi canoni maturati dalle associazioni cristiane e poi laiche fiorite nel corso dei secoli. È certo che fin dalla loro nascita, hanno fatto parte del vissuto di queste terre. Dunque, quel che appare inequivocabile, invece, è che le congree presenti in Cilento manifestano una profonda radicalizzazione al territorio. In occasione del Venerdì Santo, si muovono tra i villaggi ubicati alla falde del Monte della Stella. La Passione di Cristo, in tal modo, viene ripercorsa con il rito del pellegrinaggio che giunge a compimento dopo aver chiuso ad anello un percorso circolare formato da un certo numero di altari. Una tesi vuole che il numero sia il 9: ovvero nove Sepolcri da visitare ma non vi è per ora una spiegazione del tutto accettabile che ne confermi la veridicità e il significato.
Le titolazioni
Storicamente le congree censite nell’area del Monte Stella sono 28 a cui si assomma una ventinovesima presente oltre le sponde del fiume Alento ma indicata come appartenente alle storiche confraternite presenti nel Cilento Antico. Quest’ultima è la congrea di Ostigliano, dismessa nel 1952 e ripresa nel 1976. Come la maggior parte delle congree, è consacrata alla Madonna del Rosario.

Basti pensare che, nel solo Comune di Montecorice, insistono ben cinque congree: oltre al capoluogo, vi sono quelle di Agnone, Cosentini, Fornelli e Ortodonico; di esse due (Montecorice ed Ortodonico), sono dedicate alla Madonna del Rosario. Tuttavia alle pendici della montagna, evocano appartenenze diverse. Particolarmente significativo è il caso di Valle Cilento. Qui la confraternita conserva il titolo di ‘Pio Monte dei Morti’ in riferimento alla loro funzione originaria contraddistinta dall’impegno verso i bisognosi e, in linea generale, orientate verso scopi sociali.
Il Venerdì Santo: riti e suggestioni
Le genti del posto ben sanno cosa accade in questo giorno. Fin dalle prime ore del mattino, i confratelli raggiungono i Sepolcri allestiti nelle parrocchie circostanti, secondo un itinerario stabilito (per conoscere i percorsi 2019 clicca qui). Per meglio comprendere il denso significato e immergersi in una antica tradizione, è possibile seguire le funzioni religiose che interessano le comunità poste alle pendici del Monte Stella.
Penombra nel cielo
come coperto da un velo;
un crudo silenzio
non s’ode campana suonare.
Si raduna la folla
l’estasi crolla
la chiesa è gremita
la Madonna impietrita!
L’odore di cera invade alla sera
s’addensa nell’aria
il pianto sulla via:
è un canto straziante
sconvolge la gente;
è giorno pietoso
spiazza il riposo.
Un lamento
un atroce tormento
l’animo ascolta
la strofa è colta
di lingua seriosa
tutti si è in posa.
Pietà che non molla
ma che lenta si dissolve…