L’estate è ormai passata, almeno secondo il ciclo ‘rigido’ delle stagioni, ma le piogge che hanno bagnato la terra negli ultimi giorni, lasciano spazio a tanti raggi di sole. E così, nonostante i mutamenti discostanti, e per certi versi ‘fuori stagione’ non si ferma il cammino del tempo.
Siamo nel Cilento, una terra cangiante, fatta di arte e di storia, di tradizioni e passioni, ma soprattutto di profumi e sapori. E qui, dove la dieta mediterranea è stata teorizzata, si scoprono antichi usi e si riscoprono vecchi bagliori. Ci si aspetta una routine ciclica ma non sempre è così.
‘I fichi sono appassiti
gli ulivi sono ormai pronti
le viti regalano passiti
si aspettano funghi sui monti.’
Ma il Cilento è una immensa sorpresa: ogni giorno ci regala una attesa che non sempre porta all’usuale. I fichi sono appassiti si, distesi nelle ‘grate’, ora raramente finiscono l’essiccazione nei forni delle caratteristiche ‘passolare’ ancora visibili, seppur diroccate, nelle campagne nostrane; sono asciugati al Sole anche i peperoncini sapientemente ‘mbilati‘ ora a far bella mostra di se sotto le tettoie e sui balconi; i grappoli maturi sono stati strappati alle viti e ci regalano i loro dolci ‘passiti’. Per le aulive ammaccate possiamo ritardare anche all’inverno. E come recitano i versi, si aspettano funghi sui monti, eh già! È tempo di funghi e non di asparagi: per questi vogliamo la primavera. Ma talvolta no, come in questo principio d’autunno: passeggiando per la campagna ecco qua e la venir fuori qualche asparago verdeggiante!
Che dire di un Cilento così?
‘Di una terra penetrante
che ti resta nel cuore
in ogni istante…’
In versi e a volte senza rima, io così vi auguro buona Domenica!