Cilento, ‘i parmarieddi’: da una triplice simbologia ha inizio la Settimana Santa

Questa testimonianza raccolta nel Cilento, precisamente a Piaggine, rappresenta quasi certamente, l’antico legame radicato nei valori sociali di una civiltà che ha saputo mantenere vivi i propri canoni culturali e, evidenzia, la continuità tra passato e presente in una realtà posta ai margini di un contesto fortemente ancorato alle sane tradizioni. I ‘parmarieddi’, dunque, possono essere interpretati come una sorta di rituale benaugurale ‘quanto più lungo sarà il parmarieddo tanto più prospera sarà la spiga nel prossimo raccolto’.

I ‘parmarieddi’ sono un particolare tipo di pasta ottenuto con una sapiente lavorazione che prevede l’incavatura di piccole parti di impasto con tutte le dita della mano ad eccezione del pollice. Il legame, come pure il significato, tra la sfera civile e quella religiosa si addensa nell’onomastica: i parmarieddi traggono etimologia dall’insieme di un triplice valore simbolico: ‘il palmo’ della mano che lavora l’impasto, ‘il palmo’ come unità di misura del grano e il ramo d’ulivo utilizzato come ‘palma’ per la benedizione.

Piaggine è posta ai piedi del Cervati, in un contesto paesaggistico dalla straordinaria bellezza: per questa Domenica ho voluto iniziare il mio viaggio da qui, ben oltre i confini del Cilento Storico ma all’interno del perimetro identificativo odierno al fine di garantire una pluralità di confronti ‘cultural popolari’ in un territorio vasto e variegato ma, al contempo, piccolo e confinato nella sua genuinità.

La ‘Domenica delle Palme’ ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme: in sella ad un asino è accolto con lo sventolio di rami di palma, sostituiti nel tempo, dai rami d’ulivo, simbolo di pace per eccellenza. Al termine delle celebrazioni, i fedeli portano a casa i ramoscelli benedetti: per antica tradizione essi verranno posti non solo tra le mura domestiche ma, soprattutto in passato, appesi tra le vigne, gli ulivi e i campi in generale, affidando simbolicamente la prosperità del raccolto alla fede.

Ai margini del ‘Cilento Antico’ tra San Martino (Laureana Cilento) e il convento francescano (in territorio di Lustra, alla frazione Rocca), si tiene, ancora oggi, l’antica ‘fiera delle Palme’ nella Domenica che precede la Pasqua la quale, special modo in passato, costituiva un importante appuntamento per la compra vendita a cui hanno fatto riferimento migliaia di commercianti e visitatori. Essa, al pari della ‘fiera di San Francesco’ in Ottobre, ha garantito vitalità all’economia locale nei secoli scorsi: oggi sono due appuntamenti che sopravvivono pur essendo ridimensionati e svolti in modo diverso rispetto al passato.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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