Cilento, le occasioni ‘del fuoco’ e ‘della luce’ nelle antiche pratiche contadine

Le pratiche legate al fuoco ed alla luce sono tantissime in Cilento, quasi tutte ormai in disuso. Almeno fino alla metà del secolo scorso, molte di esse erano ancora vive e ben radicate nella cultura popolare; gli ultimi lustri, invece, hanno spento definitivamente buona parte di esse, confinandole nella sola nuda memoria. Alcune si ripercorrono in larga scala (le ‘focare’ di Natale), coinvolgendo una buona parte del territorio, altre sono limitate a regioni geografiche (‘i lumi della Stella’) ed altre ancora alla singola comunità (la ‘processione delle lanterne’ ad Ostigliano).

Le ‘focare’ che illuminano la notte di Natale, sono praticate un po ovunque e resistono anche in gran parte delle comunità cilentane; rionali o comunitarie, secondo la tradizione del posto, si distinguono per tempi e modi ma, conservano lo stesso significato. Non di rado, nelle festività patronali – in particolare dove è presente la figura di Sant’Antonio Abate –, i ‘focari’ ardano nel giorno della vigilia: significativa è la ricorrenza di San Mauro a Capizzo

I ‘lumi della Stella’ sono forse tra le pratiche meno note. Nella notte che anticipa il 15 Agosto, era usanza nei paesi del Cilento Antico, accendere un piccolo lume, spesso in terracotta, e collocarlo sui davanzali delle finestre o sull’uscio della porta, al fine di ”illuminare’ la devozione verso la Vergine Maria. Un tempo il Santuario della Madonna della Stella era meta di numerosi pellegrini. I contadini si affidavano alla benevolenza della Madonna, ed oltre ai lumi, venivano accese le ‘focare’ nei campi, nelle piazze dei paesi e sul pianoro antistante la cappella situata sulla sommità dell’antico ‘Monte Cilento’.

La ‘processione delle lanterne’ ha fatto parte delle tradizioni di Ostigliano; praticata nella vigilia di San Giovanni Battista, in occasione della festività patronale, consisteva in 24 lanterne accese alimentate ad olio, che aprivano il corteo processionale. Un rituale, probabilmente propiziatorio, calcato su più antiche usanze contadine che vanno ben oltre l’immaginario cristiano.   

Pubblicato da Giuseppe Conte

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