Cilento, Giovedì Santo: i ‘germogli di grano’ e la ‘cena dei poveri’

Giovedì Santo 13 Aprile 2017. La ‘Messa nella Cena del Signore’ da inizio al Triduo pasquale e ricorda l’Ultima Cena per l’appunto. Si allestisce il Sepolcro e dopo la celebrazione l’altare è spogliato di ogni ornamento. In passato, in tal occasione, la chiesa veniva denudata letteralmente, a conferma di una magna devozione e di un profondo rispetto: le statue erano velate da un panno nero e il silenzio avvolgeva all’improvviso l’intera comunità. L’atmosfera luttuosa era denotata dal silenzio delle campane che, metaforicamente venivano legate in attesa della resurrezione di Cristo.

Con l’inizio della ‘Quaresima’ si preparano i ‘germogli di grano’. I chicchi o legumi come fagioli e lenticchie, vengono messi a dimora in piccoli contenitori e riposti al buio fino al Giovedì di Pasqua. Di tanto in tanto saranno annaffiati avendo cura di non esporli alla luce: in tal modo manterranno un candido colore chiaro. In alcuni paesi, gli stessi saranno portati in processione durante la Via Crucis del Venerdì mentre dal Giovedì abbelliranno l’Altare della Reposizione.

Come ben noto, dunque, la Messa nella Cena del Signore scandisce l’Ultima Cena di Gesù prima di subire la sua ‘dolorosa Passione’. Fino al secolo scorso venivano organizzate le ‘cene dei poveri’, banchetti preparati per i meno fortunati, compiendo così, simbolicamente ma anche materialmente, la volontà di Gesù. Ciò accadeva in diversi centri dell’attuale Diocesi di Vallo della Lucania come a Magliano Vetere e Capizzo e in tante altre comunità.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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