Uno dei piatti che meglio sposa la domenica in famiglia, nelle grandi tavolate di mezzogiorno, è di sicuro la ‘braciola’. Nella preparazione più diffusa di adopera la carne di maiale, spesso accompagnata da patate fritte, quasi ad indicare un ‘lusso nell’alimentazione’ (e lo è stato di sicuro) sia in termini di dispendio sia in termini ‘calorici’ ma limitato al solo dì di festa.
E la preparazione assorbe una discreta quantità di tempo e una buona dose di maestria. Senza badar a ‘gusti’ e ‘spese’ ecco la classica braciola cilentana, aromatizzata con un ricco battuto soprattutto di prezzemolo, aglio e caprino, e cotta rigorosamente nella passata di pomodoro fatta in casa.
In questa occasione ho voluto porre variazione alla tradizione, ottenendo però, un classico ugualmente gustoso ma fuori dagli schemi, ben riconducibile comunque ai fasti culinari cilentani. Ed è particolarmente evocativo (per il palato) l’accostamento tra ‘la ricchezza delle carni’ e ‘la povertà delle verdure’ (si fa per dire) che, insieme, rendono un piatto unico.
La carne usata è quella di vitello, ripiena con il classico battuto, questa volta limitato a prezzemolo ed aglio, con aggiunta di pepe e sale. Disposta in pentola con poco olio extravergine d’oliva delle nostre terre, piano piano giunge a leggera cottura e si aggiunge la passata di pomodoro che aromatizziamo con foglie di basilico. Fiamma bassa e cottura lenta: il segreto più importante! Dopo circa due ore ecco il nostro sugo che, ben si presta a condimento di maccheroni. Ed ecco anche la novità! Una verza di stagione, tenera tagliata a pezzetti; insieme aggiungiamo le patate a cubetti grossolani. Con un filo d’olio e poca acqua portiamo a cottura insaporendo con un pizzico di sale e se piace adattiamo qualche spezia. Pronto il contorno e volendo abbiamo il condimento per il primo.
Io, in tanto, vi presento il mio piatto e vi auguro buon appetito!
