Alicudi, ‘tanti gradini’ e ‘tanta bellezza’

Alicudi (Lipari) è la più piccola delle Eolie, la più occidentale dell’arcipelago. Appena qualche decina di abitanti ma diverse centinaia di gradini, in pietra, che risalgono dal porticciolo per raggiungere le alte contrade. La scuola, la chiesa e tanto mare: Alicudi è l’emblema dell’essenziale. Chi abita qui, non pretende troppe comodità e, la quotidianità, è scandita da sguardi infiniti: dai suoi terrazzi si scorgono le altre isole e un mare ammaliante. Mancando le strade, unico mezzo di trasporto è il mulo che ha sostituito l’asinello: non per tutti però, chiunque arriva ad Alicudi deve impegnarsi a risalire con pazienza le tante scale. San Bartolo si festeggia in Agosto e in tal occasione l’isola rivede la popolazione di quasi un secolo fa, quando l’antico cono vulcanico era abitato da circa 600 persone. Traghetti e aliscafi, collegano l’isola con le altre e con la terraferma: le tratte sono quotidiane (meteo permettendo).

Abitata fin dal Neolitico, la roccia che conferisce il tipico colore, non sembra turbata dalle piccole abitazioni che sono sorte nel tempo. Il porto accoglie con semplicità e ogni partenza è sempre triste: difficile non innamorasi di tanta bellezza. Come Ericcusa ‘ricca di erica’ era nota nell’antichità: oggi, inerpicandosi sui ripidi sentieri, la macchia mediterranea restituisce non solo erica ma anche capperi, ginestre e ulivi, questi ultimi, segno del vano tentativo di ‘colonizzare’ questo ameno lembo di terra; ma la natura, si sa, è padrona di se stessa, ed oggi, a migliaia di anni, preserva la sua integrità e la sua sana bellezza.

Pubblicato da Giuseppe Conte

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